Confindustria.
Più attenzione all'apprendimento
che all'insegnamento

Osservazioni di Claudio Gentili sulla bozza delle Indicazioni nazionali dei Licei.

da Tuttoscuola, 8.4.2010

Intervenendo sull'interessante dibattito aperto da "il Sussidiario" sulla riforma delle superiori (www.ilsussidiario.net), Claudio Gentili (Confindustria) non nasconde le sue riserve sulla bozza delle nuove Indicazioni nazionali per i licei, auspicando cambiamenti possibili.

In particolare è critico per la scelta di privilegiare le conoscenze sulle competenze, in quanto la bozza "indica chiaramente le conoscenze su cui basare le competenze, ma non individua un indirizzo chiaro intorno alle competenze da raggiungere".

Secondo il responsabile di Confindustria, la sfida della ratio del Regolamento di riordino dei licei sarebbe un'altra: introdurre un ripensamento del rapporto tra i processi di apprendimento e di insegnamento.

Secondo Gentili, è necessario, quindi, passare da una didattica basata sulle discipline e sull'insegnamento a una didattica basata sulle competenze realisticamente acquisibili dalla maggioranza degli studenti e sull'apprendimento: una rivoluzione copernicana che molti sistemi educativi in Europa hanno affrontato con coraggio e con successo.

La riforma dell'insegnamento chiama in causa una profonda trasformazione culturale del ruolo dell'insegnante; una funzione docente non rinuncia al rigore del sapere e alla trasmissione di generazione in generazione del patrimonio della cultura di cui la scuola - e non Internet - è detentrice.

Gentili ricorda che la didattica per competenze è molto diversa da una didattica basata esclusivamente sulle discipline insegnate in forma cattedratica e nozionistica e che ignora i risultati di apprendimento.

Non che le discipline vengano meno - precisa - perché è evidente che le discipline sono la base del "Lego della conoscenza", ma i singoli mattoni del "Lego" (le discipline) concorrono a costruire il "castello dell'apprendimento" (le competenze effettivamente possedute dagli studenti).

"Il limite della didattica disciplinarista è proprio l'incapacità di integrazione delle discipline tra di loro e l'individualismo pedagogico".

La prima stesura delle Indicazioni nazionali per i licei sembra puntare in modo squilibrato esclusivamente sulla trasmissione delle conoscenze, esemplificate da materie, testi e programmi e trascurare la più ampia prospettiva educativa che si fa carico della persona e del suo apprendimento, mettendo lo studente in rapporto con le sue potenzialità di evoluzione, richiamando la pluralità delle intelligenze, l'intreccio inevitabile di conoscenze, abilità e qualità personali, i saperi messi al lavoro in campi spesso lontani dall'ambiente scolastico.