Questioni aperte nell’Istruzione Tecnica:
la scelta dell’indirizzo nel Tecnologico
e gli insegnamenti propedeutici nel primo biennio

Antonio Valentino, da ScuolaOggi 9.4.2010

Di problemi ancora in sospeso nell’Istruzione tecnica e professionale ce n’è parecchi e non di poco conto. In questo contributo mi limiterò ad alcune questioni – delicate ed urgenti – che riguardano il primo biennio dei Tecnici, riservandomi in un successivo articolo di mettere a fuoco, sempre per il primo biennio, gli enormi interrogativi che pone la nuova istruzione professionale. Due sono, al riguardo, le novità con le quali non abbiamo ancora fatto bene i conti: la scelta della specializzazione al primo anno e un’area di indirizzo che, al secondo anno, vede la presenza di un insegnamento diversificato da specializzazione a specializzazione dello stesso settore.

La  scelta dell’indirizzo in terza media  

Quanto alla scelta obbligata dell’indirizzo all’atto dell’iscrizione, anche per il settore tecnologico, è evidente il cambiamento introdotto: non si sceglie più solo il tipo di Istituto Tecnico (con i suoi indirizzi), ma anche l’indirizzo specifico. Fino ad oggi, nei Tecnici industriali, il biennio era unitario e la scelta per il triennio era rimandata alla fine del secondo anno, sulla base di iniziative di orientamento generalmente gestite con la collaborazione degli indirizzi presenti nell’Istituto (diversa è la situazione nel settore economico, dove il quadro di riferimento non presenta problemi rilevanti al riguardo). Con il Riordino, la scelta dell’indirizzo, per il tecnologico, va anticipata al primo quadrimestre della terza media. Come va valutata questa novità? Non penso si tratti di scelta felice, anzi, penso che sia destinata a creare problemi ai ragazzi e alle scuole.

Almeno per quanto riguarda il settore tecnologico, chiedere che ragazzi tra i 13 e i 14 scelgano non solo il settore, ma anche l’indirizzo, un grosso passo indietro se ragioniamo guardando all’efficacia orientativa necessaria per una buona scelta. Diverso appare il discorso per i Licei e per l’Economico. E forse anche per i Professionali. Il quadro delle scelte, senza considerare gli altri fattori (dalla cultura e dalle attese delle famiglie alle pratiche orientative delle nostre scuole) che entrano in gioco, appare, in questi casi, meno complesso. Comunque anche per questi settori c’è un problema di orientamento efficace che coinvolge scuole medie e istituti superiori.

Con riferimento almeno al settore tecnologico, spostare all’interno del primo biennio la scelta dell’indirizzo e puntare ad ottenere che quella fatta quest’anno dai ragazzi di terza media non venga considerata irreversibile appare una decisione di buon senso e utile alle scuole (ai fini della formazione delle classi) e agli studenti. Ai quali si offrirebbe in tal modo, attraverso misure / spazi / iniziative opportuni, la possibilità di rafforzare le scelte fatte o l’opportunità di riorientamenti motivati. E, conseguentemente, lo sviluppo di consapevolezze più mature nelle scelte. L’obbligo di indicare la scelta già per il primo anno come si collega con il previsto criterio di costituire classi prime senza vincoli espliciti derivanti dall’indirizzo prescelto? E’ evidente una ambiguità che va sciolta. La proposta sopra avanzata appare come la più lineare e opportuna.

 

L'insegnamento propedeutico in seconda

Sulla seconda novità (l’inserimento, nelle seconde del settore tecnologico, di un insegnamento di uguale denominazione ma di contenuti diversificati per indirizzo), vanno richiamati preliminarmente alcune scelte del nuovo regolamento dei Tecnici. L’area di indirizzo del settore tecnologico è unitaria ed è costituita dagli insegnamenti di: Fisica, Chimica, Tecnologie e Tecniche di rappresentazione grafica, Tecnologie Informatiche, Scienze e Tecnologie applicate. L’unica materia che avrà contenuti diversi (questo sembra di capire: il rimando dai quadri orari al regolamento non è infatti chiaro) è "Scienze e Tecnologie applicate". Che farà riferimento alle "competenze relative alle discipline di indirizzo del secondo biennio e quinto anno" e sarà gestita da un docente delle materie di specializzazione. Sarà un apposito decreto a individuare la classe di concorso.

Si tratta di una novità assoluta che potrà rivelarsi importante e positiva (un secondo anno più caratterizzato sul piano dei percorsi di studio e capace di far misurare lo studente con i suoi interessi e le sue attitudini), a condizione che le indicazioni relative e la gestione sia attenta e duttile. Allo stato attuale, i problemi da affrontare al riguardo mi sembrano i seguenti.

In primo luogo, il carattere (senso, natura) di questo insegnamento: solo propedeutico all’indirizzo scelto all’atto dell’iscrizione o anche di verifica della scelta sulla base di una proposta formativa (il percorso proposto) che permetta allo studente di misurarsi con opzioni diverse (penso a percorsi di indirizzo – per esempio di elettronica - in cui si intreccino competenze riguardanti indirizzi altri – per esempio di meccatronica e/o informatica)? In secondo luogo, la possibilità di passaggi nel corso dell’anno (o anche agli inizi del terzo anno) a seguito di ripensamenti e nuove consapevolezze. E conseguenti iniziative da mettere in campo per rendere possibili riallineamenti (ovviamente rigorosi e responsabilizzanti) rispetto agli altri studenti del corso. In terzo luogo, la necessità / opportunità di iniziative di orientamento / riorientamento in prima, volti a motivare ulteriormente rispetto alle scelte fatte all’atto dell’iscrizione al primo anno o a sviluppare nuove consapevolezze e quindi scelte eventualmente diverse.

Si tratta di problemi non da poco, suggeriti dalla ovvia considerazione che abbiamo a che fare con adolescenti quindicenni (il cui sviluppo cognitivo e psicologico non può costituire variante trascurabile nelle scelte di ordinamento). E quindi dall’opportunità/necessità sia di permettere ripensamenti a conclusione del primo anno, sia di garantire in seconda livelli di flessibilità nella organizzazione dei percorsi. Concretamente, dovrebbero essere permessi spostamenti in corso d’anno o in spazi temporali da prevedere appositamente (corsi pomeridiani, recuperi estivi, con regolare esame; così da rendere evidenti anche le responsabilità personali in tale operazione).

I regolamenti rimandano a "Linee guida" per l’avvio della riforma. C’è da augurarsi che la Commissione che ci sta lavorando si faccia carico di questi interrogativi che preoccupano le scuole non solo sotto il profilo organizzativo, ma anche – e soprattutto, direi - sotto il profilo culturale ed educativo.