Laurea: come comprarla senza studiare

Esami più semplici, tesi più veloci e meno tempo per laurearsi:
è questo il paradiso delle università telematiche, ma il prezzo è alto.

  Cristina Montini da Skuola.net, 9.4.2010

Come è facile laurearsi! Basta iscriversi ad una università telematica e pagare tanti soldi. È quello che emerge da un’inchiesta pubblicata su “La Repubblica”: esami più semplici, tesi veloci e meno tempo per laurearsi, circa 12 mesi in meno. Il paradiso di chi sogna quel “pezzo di carta” è online.

LO CHIAMANO E-LEARNING - Si chiama e-learning il sistema di istruzione universitaria on line che nasce negli anni ’70 in Inghilterra con lo scopo di permettere, a chi lavora e non può frequentare i corsi ordinari, di avere ugualmente l’opportunità di studiare e laurearsi. Uno scopo nobile, dunque, quello di rendere possibile l’acquisizione delle conoscenze proprio a tutti. Peccato che in Italia questo lodevole fine sia stato un po’ mistificato e l’e-learning si sia trasformato in una sorta di “sistema di istruzione parallelo” più facile e meno qualificante, seppur dello stesso valore legale di quello statale.

SPUNTANO COME FUNGHI
- Dal 2003, anno in cui l’allora Ministro dell’Istruzione Letizia Moratti ha firmato il decreto ministeriale per la creazione degli atenei telematici, ben 11 università online sono sorte sul territorio nazionale e siamo gli unici, in Europa, ad averne un così alto numero. Ma cosa c’è dietro a questo sistema? Secondo il Cnvsu (Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario), si tratterebbe del proliferarsi di un sistema ingiusto, di un business che fa fruttare molti soldi in modo scorretto.

SCAMBIO DI FAVORI - I nove membri del Cnvsu hanno recentemente presentato un Rapporto, frutto di una analisi attenta di questi istituti universitari, che evidenzia non poche ambiguità e malcostumi (alcuni anche oggetto di inchieste giudiziarie). Innanzitutto si collegano molte delle università telematiche presenti in Italia ai Centri di assistenza per la preparazione di esami (tipo Cepu, per intenderci) dove i tutor indirizzerebbero gli studenti verso le università online e, viceversa, in questi atenei si favorirebbe la frequentazione dei centri studio.

BOOM DI ISCRIZIONI - Altra anomalia rilevata dal Cnvsu è il forte incremento che, dal 2003 ad oggi, si è registrato nelle iscrizioni: si parla di una crescita del 900%. E questo dato potrebbe essere spiegato considerando che alla base di queste iscrizioni ci sia un forte vantaggio che, appunto, sarebbe l’estrema facilità di conseguire una laurea. Una realtà a scopo di lucro, dunque, che favorirebbe chi è già maturo (il 90,7% degli studenti iscritti ha più di 25 anni) per permettere loro di far carriera nella Pubblica Amministrazione, ad esempio, visto che legalmente e ai fini dei concorsi pubblici, gli attestati di queste università sono del tutto equivalenti a quelli rilasciati dagli atenei “tradizionali”.

PROFESSORI DI “SERIE B” PER CONTENERE I COSTI - Ma un’ulteriore irregolarità rilevata è stata quella che riguarda i concorsi per l’assegnazione delle cattedre. 222 docenti di ruolo sarebbero necessari per coprire le cattedre dei 74 corsi esistenti, ma di coloro che sono risultati idonei ai concorsi, solo 42 hanno assunto il ruolo di docente. E gli altri che fine hanno fatto? Sono stati sostituiti da insegnanti a contratto, meno costosi di quelli di ruolo, ma che, come sostiene Giovanni Azzone del Cnvsu, “non possono garantire l'offerta formativa promessa dai corsi di laurea pubblicizzati dall'ateneo”. Il motivo di questa scelta sarebbe che nessuno tra i vincitori del concorso "era in grado di fare il lavoro che serviva nella nostra università, non avevano competenze tecnologiche", ha dichiarato Alessandra Briganti, rettore della "Guglielmo Marconi" per cui sono stati costretti a ripiegare su altre risorse. Ma, ci chiediamo, i concorsi non servono proprio per verificare e scegliere i candidati con le competenze adatte?