Scuola, il Veneto resta apripista Nuove direttive

MENTRE SCATTA LA RIFORMA. L'assessore Donazzan lancia 5 delibere
Tetto al 30% per gli stranieri in classe, fondi in più per i docenti di sostegno, "buoni" a chi ha voti alti e il mondo del lavoro entra nei Comitati d'ambito

 Piero Erle Il Giornale di Vicenza, 4.8.2010

VENEZIA
Da settembre la riforma della scuola superiore sarà realtà. E il Veneto, che in parte l'ha già anticipata e punta a chiedere piena autonomia per la scuola con il federalismo "a geometria variabile" (vedi sotto), lancia un'altra raffica di novità, con ben cinque delibere presentate ieri dall'assessore Elena Donazzan, per mantenere il suo ruolo di apripista.

STRANIERI: IN CLASSE MAX 30%. La Regione vara una provvedimento di "Linee guida per la rete scolastica 2011-2012" (l'anno prossimo)che contiene tra le altre l'indicazione del "numero di alunni stranieri «"sostenibile" per le classi, in modo da conservare una situazione di sostanziale equilibrio», e lo fissa al 30%.

SOLDI DELLA REGIONE PER I DOCENTI DI SOSTEGNO. Altro provvedimento, all'interno di un piano di sostegno per la scuola veneta che va al parere del Consiglio regionale, è lo stanziamento di 1 milione di euro per dare un pacchetto di più ore di insegnanti di sostegno agli alunni con certificazione (la Regione mette mano al portafogli laddove lo Stato ha ridotto le risorse). Ma in questa cifra, precisa l'assessore Donazzan, ci sarà anche un fondo per il sostegno all'alfabetizzazione, e cioè per dare agli alunni stranieri «lo strumento base per l'integrazione: la conoscenza dell'italiano».

BUONO SCUOLA: SARÀ PREMIATO IL MERITO. Un'altra novità pesante riguarda il cosiddetto buono scuola, e cioè il contributo che la Regione offre alle famiglie con difficoltà di reddito che hanno figli iscritti a scuole pubbliche o parificate. La Regione stanzia anche in quest'anno 5,1 milioni di euro, ma il criterio di distribuzione - avverte l'assessore - cambia radicalmente. In sostanza viene sì confermato che l'aiuto riguarderà famiglie con meno di 12.400 euro di reddito, ma questa volta sarà dirimente anche il merito scolastico. «Non abbiamo risorse sufficienti per fare fronte alla valanga di richieste, specie in tempi di crisi, e in più abbiamo voluto ritoccare la cifra concessa a ciascuna famiglia per renderla significativa - spiega l'assessore - per cui abbiamo deciso di dare un grande peso al merito scolastico dei ragazzi». Morale: dalla 2a alla prima media bisognerà avere «un voto medio finale uguale o superiore a 8 su 10», mentre alle scuole superiori occorrerà avere in pagella la media del 7. Quanto al contributo, non sarà più di soli 100 euro per tutti: per le scuole primarie saranno a disposizione 200 euro a famiglia, per le scuole medie 250 euro e infine per le superiori (e per i tre anni di istituzione professionale accreditata) 300 euro. In totale, sono a disposizione 1840 borse di studio per le scuole primarie, 5900 per le scuole medie, 5300 per le superiori e 5900 borse di studio per i professionali accreditati.

IL MONDO ECONOMICO ENTRA A SCUOLA. La Regione indica alle Province, annuncia l'assessore, anche una novità assoluta: inserire i rappresentanti del mondo del lavoro nei Comitati d'ambito, che definiscono nuovi percorsi formativi e accorpamenti, a fianco di dirigenti scolastici ed enti locali.

DEROGHE PER LE SCUOLE DI MONTAGNA. Altra decisione della Regione: vengono introdotte per le zone di montagna, così come per Venezia o zone del Polesine, deroghe al vincolo del numero minimo di alunni per formare le classi.

TERZA AREA: NON È PIÙ UN ESPERIMENTO. Infine la novità introdotta dalla Regione di "percorsi professionalizzanti" negli istituti professionali, con ore di lezione affidate ad esperti esterni, ora è diventata "istituzionale". C'è il problema risorse: 800 mila euro della Regione andranno per le lezioni in 5a superiore, mentre per il 4° anno «punteremo a utilizzare i fondi europei Fse».