IL CASO

Gelmini e le 2000 lodi al Sud.
Rimedieremo

Il ministro: servono test nazionali, siamo l’unico paese civile al mondo a non averli

 Il Corriere della Sera, 4.8.2010

ROMA — Come dire? I conti negli esami di maturità decisamente non tornano. E anche Mariastella Gelmini, ministro dell’Istruzione, lo ammette, palesemente: «Quei dati sui risultati degli esami di maturità, sia di quest’anno sia dell’anno passato, danno di che pensare. Fanno dire, in effetti: c’è un problema da risolvere». Già, un problema di valutazione.

Mariastella Gelmini, bresciana, è dal 2008 ministro dell’Istruzione, università e ricerca scientifica. Ha promosso una riforma dell’esame di maturità e conta anche di inserire un test di valutazione nazionale.

Possibile che i ragazzi «cento e lode» stiano tutti concentrati nel Sud dell’Italia? E, in particolare, in Calabria? Per capire: nella top ten degli istituti migliori d’Italia (ovvero dove è risultato concentrarsi il maggior numero di maturati con la lode) ben sette sono calabresi.

Ma anche la Puglia non ha scherzato, tanto nella maturità di quest’anno quanto in quella dell’anno scolastico passato: su una media nazionale di 1,1 per cento diplomati con lode, nel tacco dello Stivale si concentra ben l’1,8 per cento, contro lo 0,5 per cento della Lombardia, ad esempio, o l’0,7 per cento del Friuli Venezia Giulia, o l’0,8 per cento del Veneto. «E’ necessario intervenire, con un sistema di valutazione che sia omologo in tutto il territorio nazionale», dice il ministro Mariastella Gelmini. Poi spiega: «Il fatto vero è un problema culturale. Siamo arretrati culturalmente. Possiamo dire che l’Italia è rimasta l’ultimo Paese civile al mondo dove ancora non vengono usati i test per valutare i ragazzi agli esami della scuola superiore».

E così succede che quando si vanno a vedere i risultati degli esami di maturità, si scopre una discrepanza di risultati che ha delle caratteristiche tipicamente geografiche. Tutti i «con lode» al sud, appunto.

Il ministro Gelmini allarga le braccia: «E’ un fenomeno che avevamo già notato. Per questo il ministero ha avviato un progetto pilota per sperimentare i test agli studenti della maturità». Test che non sono dei semplici quiz. Spiega il ministro per l’Istruzione: «I test che abbiamo pensato sono stati strutturati un po’ come gli "Invalsi", che abbiamo fatto per la scuola media. E prevedono comprensione e ragionamento, non soltanto crocette. Poi ci pensano i criteri fissati a rendere oggettiva la valutazione».

Il primo progetto pilota del ministero dell’Istruzione è stato molto limitato, coinvolgendo per questa maturità duemila insegnanti e cinquemila ragazzi, nelle scuole medie, nei licei e negli istituti tecnici, scelti a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale.

«L’idea è di raddoppiare i numeri del progetto pilota il prossimo anno, arrivando cioè a quattromila insegnanti e diecimila ragazzi» dice Mariastella Gelmini, spiegando che c’è un gruppo di tecnici al lavoro nel dicastero di viale Trastevere per migliorare la qualità dei test.

«Non abbiamo ancora elaborato i risultati del progetto pilota degli esami di maturità di quest’anno, ma l’indicazione di massima che abbiamo avuto è che sono risultati un po’ troppo difficili», aggiunge il ministro Gelmini.