Scuola, sempre più presidi part-time
Già 1.500 sedi coperte da “reggenti”
di Alessandra Migliozzi Il Messaggero,
16.8.2010
ROMA (16 agosto) -
Millecinquecento scuole italiane per tutto il prossimo anno
scolastico saranno “governate” da un preside part-time, un dirigente
preso in prestito da qualche istituto vicino. A causa dei numerosi
pensionamenti e dei tempi biblici che intercorrono fra un concorso e
l’altro, infatti, quest’anno è boom di posti vacanti.
Fino al 2007 si ricorreva ai presidi
incaricati, professori prestati al ruolo di dirigenti.
Poi questa figura è stata abolita (restano al loro posto solo gli
incaricati già esistenti) e ora l’unica soluzione, quando le
graduatorie si svuotano, è ricorrere ai “supplenti” anche per i
presidi, che in gergo tecnico si chiamano reggenti. Quest’anno,
calcola l’Anp, l’Associazione nazionale di categoria, saranno circa
1.500. Con inevitabili disagi: un solo preside dovrà coprire due
istituti. Di solito l’amministrazione scolastica va a caccia del
reggente nelle scuole vicino a quella con la poltrona vacante. Ma
non sempre si trova il candidato. Così, a volte, il dirigente
part-time deve affrontare un bel viaggetto per fare la spola fra una
sede e l’altra. Il che comporta meno tempo a disposizione di prof,
segretari, bidelli e genitori. In una scuola che gestisce situazioni
sempre più complesse e in cui le risorse sono minime e vanno spese
al meglio, avere un preside part-time non è il massimo.
Eppure quest’anno il 15% degli istituti
scolastici finirà in mano a un dirigente che ha già una
sua sede e che dovrà dividersi fra più consigli di istituto, farsi
in quattro per seguire il doppio o il triplo dei professori e
ascoltare le ragioni di decine di genitori in più. Il record di
queste situazioni si registrerà in Lombardia dove sono oltre 300 le
reggenze che dovranno essere assegnate. L’Ufficio scolastico è già
al lavoro. Nel Lazio saranno 110, in Veneto 90 così come in
Piemonte, spiegano sempre all’Anp.
A poco serviranno le 170 assunzioni già
promesse dal ministero. Sono una «goccia nel mare»,
dicono dall’Associazione dei presidi che chiede «che si faccia
subito il concorso per 2.800 posti annunciato per il prossimo
autunno dal ministro Gelmini in un incontro con i sindacati».
«Bisogna farlo subito - sottolinea Giorgio Rembado, a capo dell’Anp
- perché per espletare questo tipo di procedure ci vogliono molti
mesi. Se il concorso verrà bandito ad ottobre probabilmente avremo
in ruolo i vincitori nel 2012 e i 2.800 nuovi posti saranno appena
sufficienti, a quel punto, per coprire le nuove vacanze». Si
calcola, infatti, che entro il 2012 i posti vuoti saranno oltre
3.000. A quel punto ci saranno ancora reggenze da assegnare e con i
pensionamenti ulteriori si libereranno altri posti e il giro
ricomincerà.
«Per evitare che la situazione si ripeta
con i numeri di quest’anno - prosegue Rembado - è
necessario che i concorsi vengano banditi con regolarità. In alcuni
casi sono passati anche dodici anni prima di farne uno. L’ultimo
concorso c’è stato sei anni fa. L’intervallo ideale dovrebbe essere
di due anni». Qual è l’aspetto più preoccupante delle reggenze? «Il
carico di lavoro eccessivo a cui viene sottoposto ciascun dirigente.
Oggi le scuole, soprattutto in città, sono molto grandi e non sempre
vicinissime tra loro». L’Anp aveva insistito per lasciare al loro
posto, per un altro anno, i presidi attualmente in carica e in via
di pensionamento, ma non c’è stato nulla da fare.
A settembre, dunque, centinaia di genitori
scopriranno di avere un dirigente part-time da condividere con
le famiglie di un altro istituto. Chissà quante volte si sentiranno
dire «ripassi domani, che oggi il preside non c’è». Anche perché
l’ultima manovra economica vieta ai dipendenti pubblici di usare il
mezzo proprio per gli spostamenti, ricordano dall’Anp. I presidi
reggenti o pagheranno di tasca loro o dovranno contingentare al
massimo le trasferte e gli spostamenti da una scuola all’altra per
non rimetterci troppo.