Il rigore della Gelmini ovvero: di Vincenzo Pascuzzi, 18.8.2010 Il 10 agosto sul sito del Miur è apparso un comunicato stampa – verosimilmente emesso dalla stessa Gelmini - di commento agli esiti degli esami di maturità e di terza media. La ministra sembra compiacersi, quasi gioire, per l’aumento dei non ammessi alle prove d’esame: dal 5,1% al 6,6% per la maturità e dal 4,3% al 4,6% per la terza media! Ciò – dice il comunicato - costituirebbe una “conferma della linea del rigore”! Superato lo stupore e l’incredulità iniziali, viene da chiedersi seriamente se la bontà e l’attuazione della c.d. riforma Gelmini debba trovare riscontro nell’aumento delle percentuali dei non ammessi e dei bocciati! E se le percentuali attuali siano considerate dal Miur adeguate o se invece debbano essere incrementate e di quanto! Bisognerà forse arrivare al 10% o magari al 15%? Converrebbe saperlo. Sorprende il fatto che il comunicato stampa Miur si limiti a considerare solamente i dati relativi ai non ammessi senza considerare i dati - pur disponibili - relativi alle bocciature. Alla maturità i bocciati sono stati l’1,1%, in terza media lo 0,5%. Pertanto, gli alunni che dovranno ripetere il quinto anno (non ammessi + bocciati) sono il 7,7% (rispetto al 7,6% dell’anno precedente), quelli che dovranno ripetere la terza media sono il 5,1% (a fronte del 4,8%). L’incremento agognato (?!) di severità è stato minimo e del tutto trascurabile ed è perciò una forzatura proclamare che è “confermata la linea del rigore”. A riprova, quasi tutti i maggiori giornali riportano le stesse conclusioni riferite ai dati complessivi. Qualche altra considerazione. La prima è che il confronto fra i risultati di quest’anno con quelli dell’anno precedente ha un carattere essenzialmente empirico essendo diversi sia gli esaminati, sia gli esami effettuati. Nessuno può affermare che, ad esempio, un 80 alla maturità di quest’anno corrisponda esattamente all’80 della maturità dell’anno precedente. Ugualmente empirici sono i confronti tra scuola e scuola e regione e regione. Ricercare precisione e oggettività è illusorio e dispersivo. La seconda considerazione è che le percentuali di bocciature (agli esami finali come negli anni intermedi) hanno raggiunto i loro valori limite, che non possono essere superati, o che comunque non vengono superati, tranne di qualche punto o frazione percentuale. È una situazione paragonabile a quella della velocità di un corpo (paracadutista, bomba, altro oggetto) che cada in presenza di atmosfera: dopo un primo tratto, la velocità diventa e si mantiene costante. Terza e ultima considerazione. Miur e Gelmini evitano accuratamente di parlare della dispersione scolastica. Non se ne parla e tanto meno si agisce per ridurla: occorrerebbero programmi e soldi. Però ridurre la dispersione innalzerebbe di per sé la qualità complessiva della scuola. Nel 2000 la Conferenza di Lisbona aveva indicato l’obiettivo del 10% entro il 2010. Nel 2005 la dispersione in Italia era intorno al 22%. Sicuramente ora l’Italia è ancora ben lontana dal traguardo del 10% (*), per di più si vorrebbero realizzare riforme basate sul rigore che, aumentino i bocciati e di conseguenza i dispersi, cioè che vadano proprio nella direzione opposta. In conclusione, gli effetti della linea del rigore non si sono visti, non hanno inciso sul numero complessivo dei non ammessi e dei bocciati. Il Miur ha enfatizzato – forse a fini propagandistici - l’aumento dei non ammessi mentre ha glissato sulla stabilità sostanziale del numero dei non ammessi + bocciati. Peraltro se il rigore dovesse davvero aumentare le ripetenze, queste trascinerebbero un aumento della dispersione, un peggioramento dei risultati scolastici e un aumento dei costi. ------
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Dovrebbe essere ancora intorno al 20%. |