Scuola Scuola. A Milano si impara di più Secondo l'Invalsi, l'apprendimento è migliore al Nord da Vita, 11.8.2010
L’Invalsi ha realizzato per l’anno scolastico 2009-2010 la rilevazione
degli apprendimenti nelle classi II e V della scuola primaria e
nella classe I della scuola secondaria di primo grado. L'indagine è
stata campionata su base regionale e ha coinvolto, per i tre livelli
di classe, 2.694 scuole, 6.095 classi e 125.389 studenti (compresi
quelli con disturbi nell'apprendimento, il che – a suo tempo – ha
suscitato alcune polemiche da parte delle associazioni che se ne
occupano. Alla fine sono stati esclusi dalla rilevazione ma ex
post).
Per verificare l'apprendimento, sono state somministrate due prove
(italiano e matematica) che lo stesso Invalsi definisce «di buona
qualità e di difficoltà adeguata», tese a far emergere le abilità
degli studenti e distribuite in modo da poter cogliere anche gli
apprendimenti dei ragazzi meno attrezzati. Quanto ai risultati, sono
molto diversificati. In italiano, ad esempio, risposta esatta per il
60,8% della prima classe della scuola secondaria di primo grado e
per il 66,6% della quinta della primaria. Un dato che però non può
essere interpretato come miglioramento o peggioramento. È però
possibile confrontare le diverse parti delle prove. Ad esempio, per
quanto riguarda i quesiti grammaticali più difficili, si registra
una significativa riduzione delle risposte corrette tra la quinta
primaria e la terza media. Viceversa per quanto riguarda la
comprensione del testo narrativo, i ragazzi delle medie vanno assai
meglio di quelli di quinta elementare. Infine in matematica gli
studenti rispondono correttamente a una percentuale di domande che
varia tra il 50,9% della prima media e il 61,3% della quinta
elementare.
In generale, gli studenti del Nord ottengono risultati migliori dei
loro colleghi del Sud e del Centro. Non solo: le prestazioni paiono
più costanti al Settentrione, mentre la varianza dei risultati
appare strutturalmente più elevata al Sud. Come se non bastasse, il
divario Nord- Sud tende ad ampliarsi tra la scuola primaria e quella
secondaria. In pratica passando dalla seconda elementare alla terza
media, si assiste a un progressivo allontanamento dei risultati
delle diverse aree. Le regioni settentrionali partono avvantaggiate,
in particolare in italiano, e tendono a migliorare ulteriormente i
risultati nel corso dell’itinerario scolastico, mentre le regioni
meridionali perdono progressivamente terreno sia in italiano sia in
matematica. Un altro risultato degno di rilievo è che nel passaggio
tra elementari e medie, le distanze dalla media in italiano e
matematica di una stessa regione tendono a diventare sempre più
simili. I dati Invalsi segnalano quindi una forte divergenza dei livelli di apprendimento: i risultati nelle diverse aree geografiche del Paese sono differenti, tendono a evolvere in modo divergente e sono sempre più dipendenti dalla scuola frequentata, nel Sud più che nel Nord. Un destino che gli italiani condividono con i loro colleghi di cittadinanza differente. Mentre i risultati degli studenti stranieri sono sostanzialmente uniformi, la differenza tra i risultati degli allievi italiani e quelli con diversa cittadinanza è maggiore nel Nord che nel Sud del Paese, sia nella scuola primaria che nella secondaria di primo grado. Un divario imputabile al fatto che i ragazzi italiani del Centro-Nord hanno risultati migliori rispetto ai loro colleghi del Sud. |