Lettera aperta
al ministro dell'Istruzione

di Monica Chimetto, Il Gazzettino 19.8.2010

Gentile Ministro dell'Istruzione Italiana, sono una dei tanti precari, sfruttati fino all'osso da un sistema politico che, almeno nei nostri confronti, si è dimostrato uniformemente corrotto e privo di senso del pudore. Sono in una graduatoria ad esaurimento da qualche anno e mi sono sempre rifiutata di partecipare ai corsi-farsa per racimolare punti sui colleghi. Li ho sempre ritenuti un vergognoso scambio: soldi per qualche punticino utile a scavalcare posizioni.

Tra qualche giorno saremo nuovamente convocati per le nomine a tempo determinato (in ritardo, per evitare di pagarci lo stipendio dei primi giorni di scuola) ed in autunno inizieranno nuovamente questi corsi fasulli, che spremono dalle tasche di chi è già un poveraccio quei pochi risparmi che ha accumulato.

Nessuno si rende conto che questo sistema crea discriminazioni economiche fra chi ha maggiori liquidità e chi invece ha mutui, figli da mantenere, cure mediche da pagare ed altre spese più importanti? Ha mai avuto occasione di leggere in internet qualche commento di chi ha frequentato questi meravigliosi corsi? Battute amare come queste hanno raggiunto spesso le mie orecchie nelle sale insegnanti in cui sono entrata. Le frasi dei colleghi erano: "Che possiamo fare? Ci tocca piegarci, sennò chi è immediatamente dopo di noi ci scavalca". Tutti lo sappiamo, tutti lo denunciamo, però, immancabilmente, quando qualcuno tenta di ridimensionare il fenomeno, interviene il TAR del Lazio a ripristinare lo status quo e costringerci a pagare per chissà quali colpe dei nostri antenati. Le sembra giusto?

Ripetutamente c'è gente che sbandiera i master ed i corsi di perfezionamento come il non plus ultra della preparazione di un docente. Che presa in giro!

Vorrei, inoltre, sottolineare che chi insegna non ha certo tempo da buttare al vento: la programmazione delle attività scolastiche e la loro attuazione (con tutte le continue variazioni di percorso necessarie al docente per adattare di volta in volta la didattica alle esigenze degli alunni) richiedono impegno non indifferente. Spesso ho trascorso pomeriggi, serate e fine settimana con compiti o quaderni da correggere, trascurando anche la mia vita privata. Se si vuole lavorare seriamente, non ci si può distrarre per fare corsi da 1500 ore annuali: è impensabile.

Con la legge salva-precari, poi, si sono accordati sussidi e lo stesso punteggio anche ai docenti che non hanno insegnato durante il precedente anno scolastico. Durante questo periodo di inattività, questi colleghi avranno avuto tutto il tempo per frequentare qualche corso di perfezionamento senza stressarsi (anche per leggere stupidaggini e scrivere le risposte in internet, comunque ci vuole tempo!) e l'anno prossimo avranno sia il punteggio relativo al servizio di un anno scolastico che il punteggio del corso. Ha senso tutto questo? Miglioreremo sicuramente il nostro sistema scolastico!