L'intervento Il giusto merito ai prof Pasquale Almirante La Sicilia, 8.8.2010 «Una carriera basata sul merito» e che elimini gli «attuali scatti di anzianità entro il 2013»: parole della ministra Gelmini ma che non piacciano a Pantaleo (Flc-Cgil): «Sarebbe inaccettabile una situazione in cui si premiano pochissimi mentre la stragrande maggioranza, in assenza di risorse adeguate per i contratti, si vede privata persino della possibilità di recuperare l'inflazione». D ue posizioni discordanti ma che pongono un problema comune: come gratificare quei docenti che si impegnano di più e soprattutto come individuarli? Se infatti Gelmini trova una una via di uscita per togliere gli scatti settennali che finora sono stati gli unici aumenti, a parte quelli contrattuali (anch'essi bloccati) inventandosi una indefinibile carriera sul merito, Pantaleo fa il suo mestiere per salvaguardare la categoria, alla quale comunque occorre riconoscere la progressione di carriera, come avviene in tutto il pubblico impiego. Non abbiamo suggerimenti, ma se il ministero vuole effettivamente la premialità potrebbe incentivare i professori di ruolo, e quelli con maggiore esperienza, a raggiungere le sedi più disagiate e a rischio, invertendo così la prassi normale che vede invece i nuovi arrivati andare a coprire quelle cattedre dove nessuno vuole andare. Un procedimento inverso che non premia più l'anzianità nella scelta della sede migliore, ma la riconosce rispetto agli incentivi che ne ricaverebbe. Le nuove nomine infatti e le supplenze dipendono per lo più dai posti lasciati liberi dai professori più anziani che, non vedendo fra l'altro differenze stipendiali fra una scuola di frontiera e una di élite, scelgono quella con meno problemi di disciplina e di vivibilità, innescando così un uno strambo volano che riporta nelle sedi più disagiate sempre personale precario e sempre in attesa spasmodica di lasciarle. Fra l'altro premiare il merito, come pare di capire, su indicazione del dirigente o dei risultati raggiunti o della quantità di promozioni o dei lavori svolti a scuola ha sempre il rischio di deludere una ancora più larga maggioranza di docenti, mentre incentivare a scegliere le sedi dove gli abbandoni, le dispersioni e le condizioni sociali sono basse favorirebbe un doppio risultato, sia gratificando con un salario aggiuntivo i professori più motivati e sia favorendo i risultati che si potrebbero raggiungere. Sta qui la carriera sul merito, non nella individuazione dei migliori attraverso parametri che non possono mai essere rigorosi e oggettivi. |