Nelle linee guida da Tuttoscuola, 2.8.2010 Il ministero della salute ha pubblicato una interessante documento di una ventina di pagine, contenente linee guida per la ristorazione scolastica, un servizio di cui godono oggi in Italia circa 2,5 milioni di alunni. Nella guida si forniscono indicazioni a chi si occupa della attività, trattando sinteticamente, ma con una certa efficacia, la ristorazione scolastica come sistema gestionale, i ruoli e le responsabilità dei soggetti coinvolti, gli aspetti nutrizionali, gli aspetti interculturali. Il documento ha, però, un errore di fondo: ignora o non considera il ruolo della scuola. Si dice che il documento è rivolto a tutti gli operatori della ristorazione scolastica e si precisa che gli attori protagonisti che entrano nell'ambito delle competenze correlate alla ristorazione scolastica sono l'Ente committente (Comune o scuola paritaria), il Gestore del servizio di ristorazione, l'Azienda Sanitaria Locale, l'Utenza (bambini e loro familiari), le Istituzioni scolastiche, ma... Quando, però, nel documento si parla dei ruoli e delle responsabilità (dei protagonisti), le scuole vengono soltanto sfiorate dalla previsione di una non meglio identificata "commissione mensa scolastica", senza alcun riferimento alla dirigenza della scuola e agli insegnanti. A dire il vero di docenti, molto brevemente, si parla in altre parti a proposito della loro formazione alimentare e del rapporto con le famiglie, ma il soggetto scuola o, meglio ancora, l'istituzione scolastica, è assente, come se in questo argomento sulla ristorazione scolastica non avesse un ruolo, e la sua funzione fosse identificabile quasi soltanto come luogo, come contenitore del servizio mensa. Diversi passaggi del documento tradiscono inoltre la non conoscenza delle situazioni scolastiche reali in cui il servizio di ristorazione oggi si svolge e nemmeno il ruolo di assistenza educativa degli insegnanti secondo le norme contrattuali. La riprova di questa strana dimenticanza (che rischia di vanificare gli obiettivi educativi delle Linee guida) è data anche dal fatto che non solo il documento non è stato definito con il ministero dell'istruzione (che dovrebbe diffonderlo), ma non viene nemmeno previsto come esso possa arrivare nelle scuole per essere reso noto a chi lo deve gestire. |