Comincia dalla quinta elementare Claudio Tucci Il Sole 24 Ore, 11.8.2010 L'Italia a due velocità negli apprendimenti inizia dalla quinta elementare. Fino alla classe seconda, i risultati in italiano e matematica sono sostanzialmente uniformi tra Nord e Sud: 56,7% di risposte corrette in matematica e 61% in italiano. Dopo il meccanismo s'inceppa. Nel passaggio alla quinta elementare il divario diventa di circa 5 punti percentuali in italiano, e sale addirittura a 10, in prima media, in entrambe le materie. La rilevazione è arrivata dell'Invalsi, l'istituto nazionale di valutazione della scuola italiana, che ha appena pubblicato i primi dati degli esiti sugli apprendimenti dei ragazzi di seconda e quinta elementare e prima media. Il campione è di 125.389 studenti, esaminati in quiz di italiano e matematica. Complessivamente, nelle tre classi considerate, le risposte corrette in italiano sono oscillate dal 60,8% della prima media, al 66,6% della quinta elementare. Grammatica e comprensione del testo sono risultati gli argomenti più ostici. La matematica invece si è confermata bestia nera un po' per tutti. Le risposte corrette, in quinta, sono state il 61,3%, in prima media, sono scese al 50,9 per cento. Ha parlato di «varianza tra scuole» il presidente dell'Invalsi, Piero Cipollone che penalizza in modo specifico i giovani meridionali. Vale a dire, senza troppi giri di parole, che in Italia, ancora oggi andare a scuola in una regione rispetto a un'altra può essere decisivo in termini di possibilità di apprendimento. Del resto, già una recente indagine Ocse sui quindicenni aveva messo in evidenza un dato sulla varianza tra le scuole italiane tra i più alti al mondo, a discapito, sempre, del Sud. La lettura di questi dati offre poi lo spunto per altre due riflessioni. La prima è che, in generale, nel passaggio dalle elementari alle medie, a prescindere delle differenze territoriali, le competenze decrescono di diversi punti percentuali. E cioè che le buone performance costruite alle elementari, poi si perdono alle medie. Un fenomeno certificato anche dalle indagini internazionali e tuttora in cerca di spiegazioni (e soluzioni). L'altro aspetto sui cui riflettere è il ritardo negli apprendimenti, in un certo senso, cronico degli studenti stranieri, la cui presenza nelle classi è complessivamente del 9 per cento. Per i bambini immigrati di prima generazione (nati all'estero da genitori non italiani) le difficoltà in italiano e matematica sono molto alte a prescindere dalla regione in cui vanno scuola. Le differenze si notano in quelli di seconda generazione, nati in Italia, che ottengono, in italiano, risultati migliori al Nord, rispetto al Sud. Un gap che si annulla in matematica, che si conferma ostica per tutti i ragazzi allo stesso modo. |