Gli studenti “cancellano” i debiti: di Alessandra Migliozzi Il Messaggero, 23.8.2010 ROMA - I corsi di recupero hanno funzionato ma, ormai, non bastano più. «Ora bisogna pensare a rinnovare la didattica, a formare gli insegnanti per rendere più appetibili le lezioni». È l’appello che i presidi delle superiori lanciano alla vigilia delle prove di recupero delle insufficienze (gli ex esami di riparazione) che si terranno a partire dal 30 agosto e fino all’inizio delle lezioni. Quest’anno dovranno affrontarle 556.346 ragazzi (il 27,8%): per oltre mezzo milione di alunni, dunque, dopo un’estate sui libri le porte di scuola si spalancheranno ben prima dell’avvio ufficiale delle lezioni. L’anno scorso erano il 27,7%, due anni fa il 26,8%. Il dato è praticamente stabile, con lievi oscillazioni verso l’alto. Il grosso calo delle insufficienze, spiegano anche i presidi, «c’è stato con l’introduzione del nuovo regime di recupero dei debiti introdotto da Fioroni nel 2007». Si è passati da un sistematico 30-40% di studenti che si trascinavano il cinque anche fino all’ultimo anno, a meno del 30% di rinviati a settembre. «Ma poi, dopo la prima drastica diminuzione - commenta Mario Rusconi, capo di istituto del liceo Newton di Roma e vice presidente dell’Anp, l’Associazione dei presidi - c’è stata una stabilizzazione delle insufficienze. È il segnale che i corsi e le prove di recupero non bastano per scalfire lo zoccolo duro degli alunni meno studiosi. Gli esami di settembre ricordano a docenti, famiglie e ragazzi che lo studio è faticoso e la promozione non è più così scontata. Ma adesso bisogna andare oltre, bisogna lavorare sulla formazione degli insegnanti. Abbiamo dato una bella tinteggiata all’edificio, ora si deve rifare l’intonaco laddove sono rimaste le crepe. Per esempio - continua il preside - si dovrebbero investire risorse per offrire lezioni diverse a chi è in difficoltà. Più in generale vanno formati gli insegnanti affinché possano rendere più appetibile la didattica. Ad oggi per i docenti assunti a tempo indeterminato non c’è più obbligo di formazione, così spesso si continua ad insegnare allo stesso modo, senza mai aggiornarsi». Che sia arrivato il momento di voltare pagina lo dice anche Cosimo Guarino preside uscente dello storico liceo Mamiani di Roma che ora andrà a dirigere una scuola italiana a Madrid. «Il dato dei ragazzi rinviati a settembre - spiega - si è stabilizzato perché il sistema dei corsi di recupero è già diventato ripetitivo e un po’ noioso. Invece di spendere i soldi per farli e farli male, visto che i fondi sono sempre carenti, tanto vale studiare forme di diversificazione della didattica durante il normale orario. Altrimenti si parla solo di una minestra riscaldata». In attesa di novità per oltre 500mila studenti è arrivato il momento di dimostrare che hanno superato le loro lacune. La maggior parte di coloro che devono sostenere le prove sono ragazzi di prima. Guardando alla divisione per indirizzi è nei tecnici che si trovano più somari: in 213mila (oltre il 30%) dovranno fare gli esami nei prossimi giorni. Seguono i ragazzi dei professionali (il 30,4% ha avuto una o più insufficienze), quelli dell’istruzione artistica (29% di insufficienti). I più secchioni? I ragazzi del classico: meno di uno su quattro deve recuperare. Quanto al confronto con gli scorsi anni, mentre nei licei migliorano generalmente le prestazioni degli alunni è nei professionali che si registra il peggioramento più netto nell’ultimo triennio con un aumento di insufficienze da recuperare a fine anno. Rispetto allo scorso anno il numero dei bocciati alle scuole superiori è in leggero calo. Ma il 5 in condotta ha fatto strage: gli studenti respinti per questa ragione sono stati 13mila rispetto agli oltre settemila dell’anno precedente. E’ invece dimezzato il numero dei bocciati agli esami di maturità, mentre sono stati poco di meno gli studenti non ammessi all’ultima prova. |