IL CASO

Giovanardi appoggia Zaia
«E ora cacciate i prof drogati»

Il sottosegretario con il governatore: retrocessi a bidelli.
Perplessi Provveditore e sindacati

Alice D’Este Il Corriere del Veneto, 12.8.2010

VENEZIA — «Gli insegnanti positivi al test antidroga? Tutti a fare i bidelli o gli amministrativi ». Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, non solo raccoglie al volo la proposta del governatore veneto Luca Zaia, ma pensa anche alle sanzioni. Si arricchisce di nuove voci il dibattito che si è aperto a Verona nei giorni scorsi, dopo che il sindaco Flavio Tosi ha deciso di negare a Morgan l’utilizzo del Teatro Romano (a causa del noto outing sull’assunzione di cocaina). Il governatore del Veneto ha applaudito l’amico Tosi («Servono modelli positivi per i giovani») lanciando la proposta di rendere obbligatorio per tutti gli insegnanti della scuola pubblica il cosiddetto esame del capello (il test tricologico antidroga), con l’esplicito intento di passare un messaggio forte contro l’uso degli stupefacenti: «Zaia ha ragione, chi si trova a contatto con i ragazzi ha una responsabilità fondamentale— dice Carlo Giovanardi — non si tratta soltanto del messaggio etico sbagliato che verrebbe trasmesso, ma definirei il comportamento di un insegnante tossicodipendente come un vero e proprio pericolo sociale. Potrebbe far più danni di quelli, facili da immaginare, di un autista di autobus sotto effetto di sostanze, solo che per quel tipo di lavori il controllo esiste già».

La legge cui fa riferimento il sottosegretario è quella approvata dal governo il 30 ottobre 2007 che regola le categorie dei lavoratori che svolgono mansioni a rischio (dalla guida dei mezzi di trasporto pubblici, treni inclusi, ai controllori di volo) prevedendo test periodici. Una categoria controllata ma forse un po’ ristretta, a sentire Giovanardi, che ha accolto con favore l’idea di Zaia (boutade o proposta concreta si vedrà dal prossimo anno scolastico) approvando il test obbligatorio, oltre che per tutti gli insegnanti, anche per i dipendenti pubblici (parlamentari compresi). «E per chi risultasse positivo dovrebbe intervenire immediatamente uno spostamento di mansione. I professori positivi al test potrebbero fare i bidelli o gli amministrativi ad esempio». Stesso giudizio, va da sé, anche per il parlamentare su 232 (volontari) risultato positivo al test proposto dallo stesso Giovanardi in Parlamento lo scorso novembre. «La sanzione vale per tutti, certamente. Test obbligatorio anche in Parlamento. E i positivi tutti fuori anche lì».

Decisamente più perplessa invece la reazione dei sindacati della scuola e del direttore dell’Ufficio scolastico regionale Carmela Palumbo: «Vogliamo fare il test a tutti quelli che stanno a stretto contatto coi ragazzi? Cominciamo dai gestori dei locali e delle discoteche allora ». Gli insegnanti sembrano essere, infatti, secondo Carmela Palumbo la categoria meno indicata. «Su 60 mila docenti in veneto—spiega—in un anno riceviamo quattro cinque segnalazioni al massimo (che comprendono però oltre alle tossicodipendenze anche gli abusi e le molestie). Se fossi il governatore, insomma, dormirei proprio sonni tranquilli». Secondo Salvatore Mazza, segretario regionale della Cgil scuola, invece, è l’ottica di approccio al problema a dover essere spostata: «Perchè Zaia dice cose di questo tipo, boutade pubblicitarie, anziché preoccuparsi dei motivi che avvicinano i ragazzi alla droga? La tossicodipendenza si combatte finanziando la prevenzione e aiutando gli insegnanti (che già lo fanno ampiamente) a cogliere i segnali di disagio nei nostri ragazzi. Non con le provocazioni e le battute spettacolari».