IL CASO

L'America vuole il prof italiano dell'anno
"E pensare che la Gelmini mi ha tagliato"

Luca Piergiovanni era stato premiato
per una serie di progetti dedicati al podcast didattico
"Un illustre docente statunitense mi ha offerto
di collaborare quando ha saputo della mia situazione"

di Lucia Landoni la Repubblica di Milano, 16.8.2010

articoloLa vicenda di Luca Piergiovanni, il professore della scuola media di Uggiate Trevano, nel Comasco, che in pochi giorni era stato premiato come docente dell’anno e licenziato a causa dei tagli imposti dal ministro Mariastella Gelmini, si arricchisce di una nuova puntata. Insieme con alcuni suoi allievi, Piergiovanni gestisce il sito chocolat3b.podomatic.com, dedicato a progetti di podcast didattico per i quali ha ricevuto diversi riconoscimenti. Su questa piattaforma web, tra le altre cose, vengono pubblicate interviste realizzate dai ragazzi tramite Skype a esperti internazionali di didattica ed educazione.

«Uno di questi illustri personaggi, Roger Schank, già docente di informatica e psicologia a Yale e grande esperto di intelligenza artificiale, mi ha contattato qualche giorno fa per offrirmi un lavoro in America – racconta il docente – Inizialmente sono rimasto scioccato, ma adesso sono entusiasta, anche se  mi trovo in una situazione paradossale». In sostanza, Schank ha istituito in Florida e a Chicago alcuni Alternative places learning: centri di apprendimento per bambini dai sei agli undici anni in cui vengono utilizzati metodi di insegnamento interattivi. Proprio come quelli del professore italiano. «Mi è stato chiesto di esportare oltreoceano le mie tecniche didattiche basate sull’uso delle nuove tecnologie – continua Piergiovanni – Schank mi ha garantito un ottimo stipendio e la possibilità di trasferirmi negli Stati Uniti per illustrare i miei progetti ai docenti americani».

Una grande opportunità, che però l’insegnante toscano ha fatto modificare in modo da non dover essere costretto a lasciare l’Italia: «Nonostante tutto, non voglio perdere l’opportunità di insegnare nel mio Paese – spiega – Quindi per ora realizzerò una piattaforma online tramite la quale collaborerò virtualmente con i colleghi statunitensi, in attesa che qui la situazione si sblocchi». Perché ormai non gli basta più riavere il proprio posto di lavoro: «Non voglio che mi facciano diventare docente di ruolo solo perché mio malgrado sono diventato famoso. Pretendo che il governo si impegni seriamente per risolvere il problema del precariato in Italia. Solo allora, eventualmente, mi trasferirò».