Intervista del ministro al
"Giornale" da Tuttoscuola, 21 settembre 2009 In una lunga intervista rilasciata al Giornale Mariastella Gelmini si dichiara "totalmente d'accordo" con le tesi espresse in questi giorni da Renato Brunetta: "i poteri forti appoggiano il Pd per tentare una riedizione del ribaltone. Del resto io e Brunetta ci occupiamo di scuola e di pubblica amministrazione, le due privative della sinistra. Ma i fatti dicono che gli insegnanti vogliono essere premiati per il loro valore, non progredire nella carriera solo per anzianità, e che i genitori ci chiedono di educare i loro figli, non d'indottrinarli. Il contrario della cultura sessantottesca che ha imperversato fino a ieri". E' quasi tutta in chiave politica l'intervista concessa dal ministro, anche quando la conversazione col giornalista scivola sulle questioni più personali, come i suoi studi, e perfino le umili origini della sua famiglia, indagate in un servizio pubblicato nell'ultimo numero dell'Espresso col titolo, riportato in copertina, "Ministro sei meno meno". "Mi rimproverano d'essere figlia di un contadino, d'aver visto la luce in una cascina anziché ai Parioli", dice Gelmini, "Cos'è? Una colpa?" Non lascia molti margini al dialogo Mariastella Gelmini, almeno in questa intervista (in altre occasioni ha provato a distinguere, come Brunetta, una sinistra "per bene" da una con la quale ogni dialogo è impossibile): "La sinistra mi odia perché le ho tolto il controllo sull'insegnamento. La scuola è sempre stata una sua sinecura, una fabbrica di consenso politico. Be', adesso non è più un'azienda privata: è tornata proprietà dello Stato, cioè di tutti".
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