Scuola

Gilda: per abbattere precariato
servono pre-pensionamenti

Solo vantaggi: stipendi più bassi e riduzione età prof italiani

  ApCOM, 21.9.2009

Il sindacato della Gilda degli insegnanti propone al governo una 'ricetta' per debellare l'alta percentuale di precariato, uno ogni cinque-sei assunti, tra gli insegnanti della scuola: introdurre tra i docenti a cui mancano da uno a tre anni di contributi previdenziali la possibilità del pre-pensionamento. Secondo il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio, questa operazione comporterebbe per lo Stato un sacrificio economico irrisorio. Ed avrebbe, nel contempo, un duplice effetto: eliminare quasi del tutto l'altissimo tasso di precariato che opera stabilmente nel mondo della scuola (nelle graduatorie dei docenti sono iscritti quasi 300.000 aspiranti abilitati all'insegnamento) ed abbassare l'età media del corpo insegnante italiano. Su quest'ultimo punto, i dati sembrano dare ragione alla Gilda: in Italia il 52% degli oltre 700.000 insegnanti di ruolo ha almeno 50 anni ed appena il 3% dei prof risulta avere meno di 30 anni, mentre nella media internazionale questa quota è cinque volte maggiore.

"Una spesa veramente lieve - sostiene Di Meglio - farebbe risparmiare sull'indennità disoccupazione (6 mesi al 60 % più 2 mesi al 50 % dell'ultimo stipendio), per non parlare degli interventi di numerose regioni che, comunque, spendono fondi pubblici. Un ulteriore risparmio verrebbe realizzato sugli stipendi, calcolando che al lordo delle ritenute fiscali, un neo assunto costa tra gli 800 ed i 1.000 euro in meno, rispetto ad un docente giunto all'ultima fascia stipendiale". Ma non solo. Secondo il leader della Gilda una simile iniziativa "ammortizzerebbe gli effetti della riforma sui precari, e potrebbe liberare attorno ai 20.000 posti per ogni anno di abbuono contributivo, risolvendo quasi definitivamente il problema del precariato docente". Secondo il sindacato degli insegnanti la colpa di questa situazione va ascritta senza dubbi "alla classe politica, che ha mostrato innanzi tutto l'incapacità di far partire un sistema serio e stabile di reclutamento degli insegnanti. Non si tratta di una semplice trascuratezza, ma di una volontà di risparmio: il precario costa infatti meno rispetto al docente di ruolo". Questa, quindi, la proposta della Gilda: introdurre "un abbuono contributivo di due o tre anni, per i docenti che si trovano nell'ultima fascia stipendiale, favorendo un pre-pensionamento volontario e lasciando liberi i posti per immettere in ruolo gli abilitati".

Di Meglio ricorda che si tratterebbe di "provvedimenti già assunti dal governo per grandi società private (Alitalia, banche, chimici ecc.), ma anche pubbliche (Ferrovie, Poste, e municipalizzate dei trasporti) che, a fronte di tagli strutturali, creerebbero solo un lieve anticipo di spesa per i pre-pensionamenti". Per auspicare la sua adozione, il sindacalista si rivolge direttamente al responsabile del dicastero di viale Trastevere, Mariastella Gelmini: "fa semplicemente sorridere con tristezza il ministro dell'Istruzione quando facendo sfoggio di propaganda - sostiene Di Meglio - dice che bisogna bloccare i trasferimenti degli insegnanti per garantire una maggior continuità didattica agli alunni. Si tratta di una propaganda subdola che vuole far incolpare i docenti della girandola di docenti sulle classi". "Ma signor ministro - conclude il sindacalista della Gilda rivolgendosi sempre a Gelmini - abbia il coraggio di guardare i dati: gli insegnanti cambiano perché da anni uno su cinque è precario. Sono spostati, d'ufficio, da una classe all'altra perché gli organici non hanno alcuna stabilità".