Fish: ricorso alla magistratura
anche per il ''sovraffollamento'' in classe

Secondo la Federazione i genitori potrebbero ricorrere alla giustizia
non solo contro il taglio delle ore di sostegno ma anche contro il numero in aula

 M.T. da Il Redattore Sociale, 15.9.2009

ROMA - Troppi alunni disabili per classe e aule troppo numerose potrebbero indurre le famiglie a ricorrere alla magistratura. Il rischio? "L"interruzione dell’attività didattica a causa di aule dichiarate inagibili”. Secondo la Fish (la Federazione italiana per il superamento dell’handicap), e viste le situazioni segnalate da alcune famiglie, “i genitori potrebbero rivolgersi al giudice non solo contro il taglio delle ore di sostegno ma anche contro il sovraffollamento delle aule rispetto alla normativa sulla sicurezza nelle scuole”. Se il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ieri ha tranquillizzato che “le leggi sulla disabilità non sono state cambiate e che in Italia c'è un docente ogni due studenti disabili, se non uno solo nei casi di necessità”, molte famiglie hanno sollevato un altro tema: hanno “testimoniato la propria apprensione dopo aver constatato l’esistenza di classi formate da 30 ragazzini, con al loro interno fino a tre o quattro alunni disabili, generate tanto dalla composizione di nuove prime quanto dalla fusione degli ultimi anni”, fanno sapere dalla Fish.

“Il rischio cui ora potrebbe incorrere l’anno scolastico è quello di un massiccio ricorso al tribunale da parte di questi genitori, che potrebbe tradursi in sentenze favorevoli alle famiglie, com’è successo finora”, e non altrettanto agli Uffici scolastici regionali o provinciali, diretta emanazione del ministero dell’Istruzione. “Le conseguenze potrebbero essere classi dichiarate inagibili e interruzione dell’attività didattica fino al raggiungimento di soluzioni più congrue”, dicono dalla Fish. Queste situazioni di sovraffollamento “non sono conformi né al dpr n. 81/09 sulla riorganizzazione della rete scolastica e degli organici di diritto – secondo cui le classi iniziali con alunni disabili devono essere costituite, di norma, da 20 alunni – né alla circolare ministeriale sugli organici di fatto”. Inoltre “sono in contraddizione con le recenti Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni disabili e soprattutto rischiano di danneggiare la qualità dell’istruzione nel suo complesso, non solo per gli alunni disabili”, prosegue la nota.

“Se non verranno ripristinati i parametri previsti dalla legge stessa – perché l’affermazione degli uffici scolastici, che si dicono impossibilitati ad agire diversamente, smentisce quanto sottoscritto dal ministro Gelmini negli atti normativi –, la Federazione italiana per il superamento dell’handicap “dovrà rivedere il suo giudizio positivo” sulle Linee guida per l’inclusione degli alunni con disabilità. “Se non saranno applicate non rappresenteranno più un atto di attenzione per la dignità della scuola, ma solamente un vuoto manifesto politico”, si legge nel comunicato della Fish. Stessa presa di posizione “se il ministero dell’Istruzione non intraprenderà un monitoraggio urgente sulla formazione delle classi e se non ci saranno provvedimenti riguardo al sovraffollamento degli studenti”.

In alternativa alle Linee guida ministeriali, il Coordinamento italiano degli insegnanti di sostegno (Ciis), insieme ad altre associazioni di genitori, stanco dei “soliti provvedimenti piovuti dall’alto ignari della dimensione pedagogico-didattica dell’integrazione” propone una nuova Piattaforma per l’inclusione degli alunni disabili. Il documento sarà predisposto il 24 ottobre a Roma all'interno del seminario "Integrazione: indietro tutta. Noi non Ciis.tiamo". La goccia che ha fatto traboccare il vaso al Coordinamento degli insegnanti di sostegno è stato il caso dell'istituto professionale "Lombardi" di Vercelli, dove 7 ragazzi disabili sono stati concentrati in un'unica classe da 23 studenti perché il budget della scuola non ha consentito di sdoppiare quella quarta in due.