Ora di religione/3.
In discussione è il Concordato

da Tuttoscuola, 19 settembre 2009

Il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, cerca di gettare acqua sul fuoco, ricordando che è il Concordato del 1984 a parlare del "valore della religione nell'educazione completa e integrale della persona". In tale contesto "la conoscenza della dottrina e del fatto cristiano è una dimensione culturale e non catechistica" perché fa parte della "nostra storia".

Ma mentre i principali esponenti del Pd mostrano cautela, una decina di senatori dello stesso partito, con alla testa il senatore Felice Casson, invitano il governo ad astenersi da iniziative, "come quella annunciata dal MIUR di impugnare la sentenza del Tar del Lazio, volte a orientare l'azione delle pubbliche amministrazioni alla tutela privilegiata e preferenziale di determinate confessioni religiose rispetto alle altre". Al contrario "il governo e il ministro dell'Istruzione dovrebbero promuovere nelle università italiane corsi di laurea di teologia multi-confessionale".

Anche l'Arci per voce del suo presidente nazionale Paolo Beni prende una posizione molto critica nei confronti del Concordato: "Imporre alle scuole pubbliche l'insegnamento di una sola dottrina religiosa, per di più con la piena dignità di materia curricolare e con personale scelto direttamente dall'autorità ecclesiastica, è una pretesa irricevibile per uno Stato che voglia dirsi laico e aconfessionale come prescrive la nostra Costituzione".

Posizione condivisa da Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, secondo il quale in Italia "la libertà religiosa è garantita dalla stessa Costituzione tanto che è possibile la costituzione di scuole di tendenza, vale a dire, nel nostro caso, di scuole cattoliche purché i relativi costi non siano a carico dello Stato. Un insegnamento confessionale della religione, una educazione alla fede religiosa, qualunque essa sia, è quindi compito delle famiglie e delle relative confessioni religiose, ma non dello Stato". La conoscenza del ‘fatto religioso', ha proseguito Pantaleo, rappresenta un elemento fondamentale per la crescita culturale e civile delle giovani generazioni, ma proprio per questo essa deve essere prevista "all'interno dei curricoli scolastici, ma non in forma confessionale". Insomma, sembra di capire, non in sostituzione ma in aggiunta all'ora di RC: una soluzione non lontana da quella adottata nella Spagna di Zapatero.