Ora di religione/1.
La lettera vaticana

da Tuttoscuola, 19 settembre 2009

La lettera inviata nel maggio scorso dalla Congregazione vaticana per l'Educazione cattolica alle conferenze episcopali di tutto il mondo, in vista dell'apertura dell'anno scolastico, ha suscitato in Italia una vera bufera, nella quale si è forse perso di vista il fatto che il documento si riferiva a tutta la realtà mondiale e non solo a quella italiana.

Nella lettera si affermava che l'insegnamento dell'ora di religione nelle scuole non può essere sostituito "con un insegnamento del fatto religioso di natura multiconfessionale o di etica e cultura religiosa" perché "in una società pluralista, il diritto alla libertà religiosa esige sia l'assicurazione della presenza dell'insegnamento della religione nella scuola, sia la garanzia che tale insegnamento sia conforme alle convinzioni dei genitori".

E' soprattutto quest'ultimo il punto sul quale insiste il documento vaticano: "i diritti dei genitori sono violati se i figli sono costretti a frequentare lezioni scolastiche che non corrispondono alla persuasione religiosa dei genitori o se viene loro imposta un'unica forma di educazione dalla quale sia completamente esclusa la formazione religiosa".

Riemerge qui anche una preoccupazione tipicamente ratzingeriana perché, insiste la lettera, "si potrebbe creare anche confusione o generare relativismo e indifferentismo religioso se l'insegnamento della religione fosse limitato ad un'esposizione delle diverse religioni, in un modo comparativo o neutro".

Da notare che il documento si esprime in termini generali, prescinde cioè dalla religione professata dai genitori: varrebbe cioè anche in un contesto in cui la maggioranza dei genitori fosse non cattolica. Il vero nemico non è una religione diversa, "altra" dalla cattolica, ma l'indifferenza, l'insensibilità alla dimensione religiosa.