Occupato l'ufficio del provveditore.
Fassino incontra i manifestanti: "Ci batteremo per voi in Parlamento"

Sciopero della fame e blocco stradale
non si ferma la protesta dei precari

Salgono a tre i lavoratori che hanno deciso di astenersi dal cibo

S.I. da la Repubblica ed. di Palermo, 1.9.2009

Si inasprisce la protesta dei precari della scuola a Palermo. Ieri è stata una giornata convulsa che si è conclusa con l'occupazione, da parte dei sindacati, dell'ufficio del provveditore. Mentre ai due assistenti tecnici (Giacomo Russo e Francesco Paolo Di Maggio), al sesto giorno di sciopero della fame, si è aggiunto Giovanni Bologna, collaboratore scolastico da oggi disoccupato. In via Praga, sede dell'ufficio scolastico provinciale (l'ex provveditorato), il sit-in dei precari della scuola contro i tagli che solo a Palermo lasceranno a casa più di mille e 300 persone, continua. E incassa la solidarietà dei leader del Pd ma anche di comuni cittadini. Ieri ha fatto visita ai manifestanti Piero Fassino, il deputato nazionale Alessandra Siragusa, docente di scuola superiore, segue la protesta da diversi giorni così come il deputato regionale Giuseppe Lupo e il consigliere provinciale Teresa Piccione. Ieri mattina, i senatori Giuseppe Lumia e Costantino Garraffa si sono recati in via Praga per accertarsi sulle condizioni di salute dei due tecnici, visibilmente debilitati dallo sciopero della fame. A metà mattinata il Comitato precari, supportato da Flc Cgil, Cisl e Uil scuola e Snals, si è incontrato con il dirigente dell'Usp, Rosario Leone, che ha espresso «solidarietà personale ai manifestanti». Attorno alle 13,30 è scattato un blocco stradale durato pochi minuti.

«È inaccettabile - ha detto Fassino dopo l'incontro con i manifestanti - che il governo butti per strada migliaia di insegnanti e Ata pregiudicando le loro vite personali e riducendo l'offerta formativa. Situazione che nel mezzogiorno è ancora più difficile. Su questa questione - conclude il leader del Pd - intraprenderemo una battaglia in Parlamento». Di Maggio, uno dei due tecnici a digiuno da sei giorni, è allo stremo delle forze ma non intende mollare. «Cominciano a manifestarci la loro solidarietà anche semplici cittadini», racconta. «Ci vengono a trovare per farci un po' di compagnia e per comprendere il perché della protesta. Alcuni ci portano il caffé e l'acqua. Una signora - continua Di Maggio - ci sveglia la mattina con il caffé».