"Scuola migliore ma non d'elite"

Napolitano inaugura l'anno: «Le istituzioni diano il buon esempio».
La ricetta della Gelmini: «Meritocrazia e educare i ragazzi alla libertà»

 La Stampa 24.9.2009

ROMA
«L’Italia è purtroppo un paese in cui l’istruzione non e ancora efficiente. Serve un’istruzione migliore». E' questo il monito del presidente della repubblica Napolitano alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico, ammonendo: «Un’istruzione migliore non significa un’istruzione che produce solo eccellenze, e non significa di certo neppure un’istruzione d’elite».

Napolitano ha parlato della crisi economica sottolineando che «l’Italia deve uscirne migliore di come vi è entrata, e bisogna dunque guardare alle risorse, soprattutto intellettuali e politiche, su cui far leva per superare la debolezza strutturale del nostro sistema economico e sociale, per renderne possibile una crescita più sostenuta che negli ultimi 10 anni». Il Capo dello Stato ha puntato il dito sulla «insufficiente valorizzazione del nostro capitale umano». Individuando «nell’insufficiente livello di istruzione» il «maggiore» ostacolo per l’Italia, il presidente della Repubblica ha sottolineato che «l’Italia è purtroppo un paese dove l’istruzione non è abbastanza efficiente. Sappiamo da tempo che in questo campo c’è soprattutto da sanare un grave squilibrio tra Nord e Sud».

«Serve un’istruzione migliore, un’istruzione che valorizzi anche la matematica e le materie scientifiche troppo trascurate nel nostro paese». «Ma un istruzione migliore - ha ammonito Napolitano - non significa un’istruzione che produce solo eccellenze, perchè senza un tessuto di competenze diffuse un paese non cresce nè economicamente nè civilmente. Un’istruzione migliore non significa di certo neppure un’istruzione d’elite, riservata a pochi. Un paese giusto - rileva - è quel luogo in cui l’opportunità di un’istruzione di qualità è offerta anche ai figli delle famiglie meno abbienti, anche a coloro che studiano nelle zone meno ricche del territorio nazionale, in modo che tutti i ragazzi possano sperare di vivere meglio, di affermarsi nelle professioni, di contribuire in tal modo al benessere complessivo del paese».

Una scuola meritocratica che educhi alla libertà «e che faccia comprendere agli studenti che sono titolari di diritti ma anche di doveri» è l’obiettivo tracciato dal ministro dell’Istruzione. La Gelmini a questo proposito ha ricordato che è per questo che «grazie anche alla sensibilità e all’attenzione del presidente Napolitano, ho voluto che sui banchi si tornasse a studiare la nostra Carta Costituzionale: la ’mappà dei nostri valori. Valori fondanti -ha sottolineato Gelmini- come la libertà, la pace, il rispetto della dignità umana, della vita, delle differenze, ma anche la solidarietà e il rispetto dell’ambiente torneranno sui banchi delle scuole italiane, grazie ad una nuova materia, "Cittadinanza e Costituzione"». L’intervento del ministro si è aperto con il ricordo del piccolo Martin Fortunato, che lunedì scorso «di fronte ad un paese che piangeva i suoi soldati morti in missione di pace correva verso la bara del padre e si fermava ad accarezzarla piangendo. Quel bambino -ha evidenziato il ministro- il giorno dopo è tornato tra i banchi della sua scuola. Quel bambino, nel giorno dopo ha trovato nella scuola l’occasione per tentare di tornare ad una vita normale circondato dal calore degli insegnanti e dei compagni», così come i ragazzi dell’Aquila «tornando anche loro a sperare nel futuro».