E' una fatica ìmpari resistere in cattedra

Le "parabole" di Marco Lodoli e altre testimonianze dal fronte delle matite rosso e blu

Sergio Pent, La Stampa 28.9.2009

Nell'epoca in cui i Tagli vengono eletti a Riforme, l'intero dizionario della lingua italiana può essere suscettibile di modifiche. La scuola è un baluardo di speranza sociale. Una mariastella caduta dal cielo parlamentare ha spento gli ultimi fuochi: andrà tutto meglio, basta reiterare il concetto a reti unificate. Di scuola si sopravvive in contesti sempre più ballardiani: gli incastri orari per sopperire ai docenti defalcati farebbero impallidire maghi dell'enigmistica.

Di scuola si sorride - poco -, più spesso si piange e si scrive. I tempi ormai quasi nostalgici di Starnone e Salabelle sono stati superati da analisi dolenti o surreali di Alberico, Argentina, Mastrocola, Oggero, passando per la ferrea volontà di riscatto di uno come Sandro Onofri, scomparso troppo giovane, come sovente accade a chi potrebbe salvare qualcosa del mondo.

Ultime notizie dal fronte? La scuola di Fulvio Ervas nel romanzo Follia docente si pone sulla linea di Salabelle, in un contesto delirante dove il sovrapporsi delle urgenze sociali diventa la linea di demarcazione di ogni giustificabile stramberia.

Più vicino ai giovani e al loro universo demotivato è La scuola siamo noi di Emiliano Sbaraglia, in cui l'esistenza di un precario decennale trova una salvifica simbiosi con le storie dei suoi studenti, nell'onesto tentativo di non spargere sempre e solo benzina sul fuoco. Cosa che accade - purtroppo - a tal Gianmarco Perboni col suo Perle ai porci, che se da un lato può trovare qualche istintivo consenso tra i docenti più sfiancati, da un altro versante incrementa il facile accanimento dei non addetti ai lavori.

Ma ciò che racconta il professor Marco Lodoli nella sua raccolta di parabole scolastiche Il rosso e il blu, è il prototipo perfetto del progressivo disfacimento di un'entità prioritaria in un Paese ormai velinizzato, in cui la buonanima di Fellini sarebbe scivolata inosservata in una Venezia rapita dalla «notoria» Noemi.

Marco Lodoli è scrittore tra i più veri d'Italia. E' anche un serio, convinto professore nelle scuole superiori della periferia romana. Il suo contatto quotidiano con gli studenti si scontra con un approccio sociale ormai deviato dalle imperanti sudditanze mediatiche. Cosa avrà mai da insegnare un bravo prof - nonché affermato scrittore - a una marea di anime alla deriva che di lui notano soprattutto l'abbigliamento non griffato e la decrepita Vespa con cui approda a scuola per disquisire di poeti sfigati e defunti? La lotta è impari, vale più una rissa televisiva tra anonime comparse di un Nobel mai invitato al Billionaire. Sono cambiati i riferimenti etici e morali, è vero, ma le stesse facce di governo e di potere che li hanno cambiati a suon di illecite illusioni, non hanno nel frattempo provveduto a rimarcare l'importanza assoluta della scuola come transito verso le scelte di vita private e il futuro del Paese.

In questo collage di istantanee professorali, il bravissimo Lodoli trova il modo di congiungere grandi frustrazioni e sempre più flebili vittorie, dall'alto di un'esperienza trentennale che ha visto modificarsi le aspettative, il tessuto sociale, all'interno di un disinteresse generalizzato, che non parte quasi mai - è doveroso evidenziarlo per i sociologi e i censori - dalla scuola. La scuola lotta e sopravvive, e mentre i colleghi di Berlino inaugurano le lavagne multimediali, da noi i docenti fanno la fila in cartoleria per dotarsi di carta, penna e gessetti.

Gli errori ci sono, nella scuola come in ogni altro contesto sociale, ma l'entusiasmo di pochi insegnanti bistrattati da un Sistema che ti calcola per quanto guadagni, non potrà allestire seriamente programmi per un futuro sempre più improvvisato in cui i tempi scolastici vengono sottratti al gruppo classe per coprire le voragini delle docenze disoccupate.

La sintonia con gli studenti, il dialogo cercato e approfondito, la fiducia di un consiglio adulto, la salvezza di un ragazzo già perso. E' questo, a ben vedere, il flebile battito cardiaco della scuola, oggi. Anche se non sempre basta il cuore dei Lodoli superstiti per affrontare le deficienze di ciò che ci si ostina a definire Riforma. E questo, se proprio vogliamo giocar di sinonimo alla pari con i nostri governanti, non è Disfattismo, ma semplice, faticosa, frustrante, quotidiana Realtà.

MARCO LODOLI
Il rosso e il blu
Einaudi, pp. 156, 15 euro

FULVIO ERVAS
Follia docente
Marcos y Marcos
pp. 223, 12 euro

EMILIANO SBARAGLIA
La scuola siamo noi
Fanucci, pp. 183, 13 euro

GIANMARCO PERBONI
Perle ai porci
Rizzoli, pp. 200, 14 euro

Oltre agli autori citati da Giulia Alberico (Cuanta pasión!, Mondadori) a Cosimo Argentina (Beata ignoranza, Fandango) , ricordiamo Fabio Pusterla (Una goccia di sudore, Casagrande) e Chiara Valerio (Nessuna scuola mi consola, Nottetempo).

(fonte: Tuttolibri, in edicola sabato 26 settembre)