Scuola, contro i tagli
3 ottobre manifestazione precari a Roma

Indetta da Coordinamento nazionale: così smantellano istruzione

  ApCOM, 17.9.2009

Roma, 16 set. (Apcom) - Ora è ufficiale: le proteste dei precari della scuola, che continuano ad osteggiare i 57mila tagli agli organici dell'anno appena iniziato ed il decreto in dirittura d'arrivo sui contratti di 'disponibilità' a loro rivolti, confluirà in una manifestazione nazionale che si svolgerà il 3 ottobre a Roma. Ad indirla è stato il 'Coordinamento nazionale dei precari della scuola', cui fanno capo oltre 20 associazioni, comitati, reti e movimenti del precariato italiano, che per rendere più visibile lo stato di mobilitazione da una decina di giorni ha attivato un presidio permanente (composto da alcuni gazebo e camper) di fianco al ministero dell'Istruzione. Alla base delle contestazioni i 150.000 tagli agli organici che prenderanno corpo entro i prossimi due anni. Una manovra che secondo i precari troverà corpo attraverso una serie di novità peggiorative per il sistema scolastico pubblico: l'adozione del maestro prevalente, l'incremento del numero degli alunni per classe, anche più di 30, l'obbligo per i docenti del completamento a 18 ore di lezione e la conseguente eliminazione delle ore a disposizione, la riduzione degli organici del personale non docente e di sostegno.

"È evidente - sostiene oggi il 'Coordinamento dei precari' - che questo piano, privo di qualsiasi giustificazione pedagogica, è determinato da scelte di bilancio, da una concezione servile e strumentale dell'istruzione e da una deliberata volontà di smantellamento della scuola pubblica e democratica in Italia. Esso quindi danneggia la nostra dignità professionale, la qualità dell'offerta formativa e compromette seriamente due fondamentali principi della Costituzione italiana: il diritto al lavoro e il diritto di ciascun cittadino ad un'istruzione pubblica di qualità". La decisione del governo di introdurre per la prima volta degli ammortizzatori ad hoc per la scuola non viene considerata adeguata dai precari: "il governo - fa sapere il coordinamento - pretende di tamponare questa situazione con i contratti di disponibilità, denominati ipocritamente 'salvaprecari'. Si tratta in realtà di un semplice contentino che mortifica la nostra professionalità, declassandoci a docenti di serie B, disponibili a qualsiasi tipo di chiamata e mansione, frammentati al nostro interno".

I precari ritengono poi pericoloso il fatto che la destinazione degli ammortizzatori sia limitata ad una stretta cerchia di lavoratori (quantificata dal Miur in circa 13mila): ne potranno usufruire, infatti, solo coloro che lo scorso anno acquisirono una supplenza annuale. "I contratti di disponibilità - sottolinea l'organo di rappresentanza dei precari - spaccano la categoria docente e rappresentano un primo tentativo di regionalizzare il rapporto di lavoro nella scuola. E' bene ricordare che di fronte a questa politica di tagli alla scuola pubblica si incrementa il finanziamento dello stato alla scuola privata". Diverse le richieste alla base delle proteste e della manifestazione del 3 ottobre: i precari chiedono le dimissioni immediate del ministro Gelmini, il ritiro dei tagli alla scuola pubblica previsti dalla legge 133 e di tutti i provvedimenti con cui sono stati attuati, il ritiro della legge sul maestro unico, l'immissione in ruolo dei precari su tutti i posti vacanti, l'abolizione del tetto massimo di un insegnante ogni due alunni diversamente abili, il ritiro del ddl Aprea, l'attivazione di corsi abilitanti per i docenti in servizio non abilitati.