L'Ocse: i prof in Italia sottopagati e lasciati soli
Rapporto shock. Mario Reggio la Repubblica 9.9.2009 ROMA - Pagati poco. Senza un sistema di valutazione moderno. Abbandonati a se stessi. Sono gli insegnanti della scuola italiana. È l'impietoso quadro tracciato dal rapporto dell'Ocse presentato ieri. E ancora. Eccessivo il numero delle ore d'insegnamento. Troppi i docenti rispetto agli studenti: uno ogni 11 rispetto ad una media di 1 a sedici. L'Italia, è vero, investe meno degli altri Paesi nell'istruzione e nell'università. Ma i risultati dei livelli di apprendimento relegano l'Italia nelle parti basse della graduatoria internazionale. Soddisfatto il ministro Mariastella Gelmini: «I risultati della ricerca Ocse evidenziano una serie di criticità del sistema scolastico italiano che ho più volte segnalato. In primo luogo serve la valutazione dei docenti legata alla progressione di carriera. Poi l'Ocse conferma che non sempre la qualità della scuola è legata alla quantità delle ore di lezione e alle risorse investite. È indispensabile accelerare le riforme». E riforma per il governo vuol dire in primo luogo tagli di personale: si parte da 42 mila insegnanti e 15 mila non docenti per poi proseguire nei prossimi due anni. Obiettivo: risparmiare 8 miliardi di euro. Nel 2012 la scuola italiana sarà cambiata in meglio? «Cominciamo col dire che il ministro Gelmini dovrebbe essere messa in grado di leggere i dati dell'Ocse - commenta il professor Bendetto Vertecchi, ordinario di Pedagogia sperimentale a Roma Tre e consulente dell'Ocse - sulla scuola l'immagine è deformata, perché le comparazioni sugli organici tra l'Italia e gli altri Paesi è impossibile. Da noi gli 80 mila insegnanti di sostegno sono a carico del ministero della Pubblica Istruzione, mentre nel resto d'Europa, quando ci sono, dipendono dal ministero del Welfare. Noi abbiamo quasi 20 mila insegnanti di religione cattolica assunti con un contratto a tempo indeterminato, caso unico in Europa. In totale fanno 100 mila: un ottavo dell'intero corpo docente». Altra nota dolente. Il numero eccessivo delle ore trascorse in classe dagli studenti italiani: in media più di mille ore l'anno rispetto le 900 degli altri Paesi Ocse. Ma è davvero così? Non proprio. «L'Ocse calcola le ore di lezione in classe. Ma nei Paesi con un sistema moderno d'istruzione, più della metà delle ore d'insegnamento si fanno in laboratorio o all'esterno della scuola - precisa il professor Vertecchi - in Finlandia, che è in testa nelle valutazioni Ocse, alla fine le ore passate a scuola dagli studenti sono molto superiori a quelle italiane. Noi abbiamo un'organizzazione del lavoro ottocentesca, fatta di compiti in classe, esercizi, interrogazioni, quindi il confronto è improponibile».
Cosa fare per rivitalizzare la scuola
italiana? «L'Ocse ribadisce che è strategico investire in istruzione
per battere la crisi e creare nuova occupazione - dichiara il
segretario della Flc Cgil Mimmo Pantaleo - quindi sarebbe opportuno
un radicale cambiamento della politica di governo che intende
distruggere la scuola pubblica e mercificare i saperi». |