Una scuola, sei problemi
A dieci giorni dalla scuola ancora irrisolti i
principali nodi che bloccano il sistema
Flavia Amabile,
La Stampa 23.9.2009
L’anno scolastico è iniziato. C’è
chi l’ha definito annus horribilis, chi l’anno del ritorno al rigore
e alla qualità. Questione di punti di vista su un argomento che
ormai vede l’Italia divisa in due fra gelminiani e anti-gelminiani.
Lei, Mariastella Gelmini, il ministro della discordia, darà oggi
alle 14,30 ai senatori della commissione Istruzione la sua versione
sui tanti fronti aperti: dai precari al tempo pieno fino
all’integrazione degli immigrati nelle classi.
La sua versione, perché la
Gelmini ha anche un’altra fama, quella di avere la marcia indietro
facile, di lasciarsi andare ad annunci che poi vengono ritrattati, e
di citare cifre del tutto diverse dalla realtà. E’ l’unico ministro,
infatti, ad aver avuto l’onore di un sito tutto suo, battezzato «Gelminometer»,
creato alcuni mesi fa per avere un archivio delle sue promesse non
mantenute e dei cambiamenti d’opinione.
Nel frattempo le statistiche sono spietate.
L’ultima pubblicata in ordine di tempo è una rilevazione Eurostat
che pone l’Italia al 18mo posto nelle spese per istruzione. Una
situazione che può soltanto peggiorare con i tagli in arrivo.
Ieri un ragazzo dell’istituto alberghiero
di Benevento si è sentito male. La mamma è andata a
prenderlo. Entrando in aula si è trovata davanti a una scena che non
si aspettava: i ragazzi erano in 39, costretti a dividersi in 3 un
banco. Quello di Benevento non è un caso isolato: le classi con più
di trenta alunni sono in tante scuole d’Italia visto che la Gelmini
quest’anno ha aumentato ancora il limite massimo portandolo anche a
30 studenti nelle scuole superiori. Il problema è che cifre simili
sono illegali dal punto di vista delle norme antincendio che
prevedono massimo 25 alunni e di quelle igienico-sanitarie che
stabiliscono una quadratura di 1,96 metri quadri a studente. Della
questione si occuperanno i tribunali: il Codacons ha denunciato il
ministro dell'Istruzione e i direttori degli uffici scolastici
regionali a 104 procure per «interruzione e turbativa di pubblico
servizio e violazione delle norme sulla sicurezza»
Lo chiamano «il mistero dell'insegnante
scomparso». A dieci giorni dall’inizio dell’anno
scolastico le associazioni di genitori di alunni disabili hanno
perso le speranze di veder apparire gli insegnanti di sostegno che
fino allo scorso anno si occupavano dei loro figli. I tagli hanno
colpito anche loro, e così capita di tutto. Sette ragazzi con
disabilità si sono trovati concentrati in una classe sola, seguiti
da tre insegnanti di sostegno all’Istituto Professionale Francis
Lombardi di Vercelli. Eppure i dati dicono che è stato rispettato il
rapporto medio nazionale di un insegnante ogni due studenti, come
vuole la legge, ma è aumentato il numero di alunni nelle classi e
poi esistono delle differenze tra Regione e Regione: il Lazio, ad
esempio, ha il peggior rapporto tra insegnanti di sostegno e alunni
disabili (uno ogni 2,4).
Cinquantamila bambini in più
resteranno nelle classi anche di pomeriggio, ha annunciato,
trionfante, il ministro quattro giorni prima dell’inizio della
scuola. Le classi a tempo pieno passano da 34.317 a 36.508, con un
aumento dell'8 per cento. I genitori, però, sono andati a scuola con
i loro figli e da un po’ di giorni raccontano una realtà molto
diversa. A Bologna il tempo pieno si fa, è vero, ma lo pagano i
genitori, dai 150 ai 300 euro l’anno. Sempre a Bologna, all’istituto
Albertazzi, per garantire le lezioni fino al pomeriggio gli alunni
hanno sei insegnanti diversi nell’arco della giornata. A Vado
Ligure, nell’Istituto Comrpensivo, invece, hanno preferito far
proprio finta di nulla: i genitori hanno presentato le richieste in
segreteria ma di tempo pieno non c’è traccia.
Le versioni sono diverse. Anche sulle cifre non c’è accordo. Il
ministro Gelmini sostiene che i tagli ai docenti previsti in
Finanziaria sono 43mila, in 30 mila sono andati in pensione e quindi
alla fine a rimanere senza lavoro quest’anno sono 12-13 mila prof. I
sindacati dicono che a rimanere fuori saranno almeno 18 mila, e che
comunque si tratta del «più grande licenziamento di massa avvenuto
in Italia». Alcuni di loro potranno usufruire della norma
salva-precari decisa dal ministro Gelmini. Il ministero sta
preparando la versione finale del provvedimento finora solo
annunciato e si sa che ne saranno esclusi quelli che hanno lavorato
nel 2008/09 solo con supplenze brevi, anche chi ha sostituito un
docente in maternità o un collega malato.
Dal prossimo anno le superiori
non avranno più né sperimentali né discipline un po’ strane: la
Gelmini ha cancellato centinaia di indirizzi e ricompattato il tutto
in sei licei e 11 istituti tecnici. Dovrebbe andare in vigore dal
prossimo anno ma ancora se ne sa molto poco perché i regolamenti
sono ancora lontani dall’essere stati approvati. Si attend eil via
libera della Conferenza Stato-Regioni che però ha deciso di non
riunirsi in segno di protesta contro le norme-salva precari. E,
quindi, tutti i genitori italiani che hanno un figlio in terza media
e vorrebbero partecipare ai colloqui di orientamento per le
iscrizioni non sanno che pesci pigliare. Il ministero , in modo
informale, ha già fatto sapere che la scadenza per le iscrizioni
slitterà almeno di un mese.
Le proiezioni della Caritas
dicono che quest’anno nelle scuole italiane ci saranno 700 mila
alunni stranieri, il ritmo di aumento negli ultimi anni si aggira
intorno al 20-25%. Il problema esiste, insomma, soprattutto di
fronte alle protesta della Lega, e quindi il ministero
dell'Istruzione sta studiando gli aspetti tecnici per introdurre un
limite del 30% di presenza di alunni stranieri in classe, ha
confermato il ministro Gelmini. Nel frattempo si creano scuole per
soli stranieri come la elementare Pisacane, nel quartiere
multietnico di Tor Pignattara di Roma. Quest’anno sarà frequentata
quasi esclusivamente da alunni stranieri, circa il 97% degli
iscritti: su 180 bambini solo 6 sono italiani. Lo stesso a Milano
dove alla scuola elementare Radice su 96 alunni 93 sono immigrati.