Il 150° dell’unità d’Italia e la scuola.
Perché non utilizzare
“Cittadinanza e Costituzione”?

da TuttoscuolaNews N. 409, 28 settembre 2009

La costruzione, o il rilancio, di un’idea di Patria condivisa – aggiornata, non retorica, europeista – non può non avere un punto di riferimento organico all’interno della scuola italiana.

Certo, come ha ricordato il Presidente, la scuola del nostro Paese ha ora un compito nuovo: da quando è diventata multietnica, deve occuparsi della formazione di tanti giovani con cittadinanza non italiana ai quali deve proporre in positivo gli obiettivi, i contenuti e i valori del modello culturale e civile italiano. “Un paese si fa rispettare”, ha detto il Presidente, “se è rispettabile e se rispetta gli altri: se i suoi cittadini si comportano con senso del decoro, se non offendono chi è diverso da loro, le minoranze religiose, gli stranieri, gli omosessuali, chi ha la pelle di altro colore”.

Il punto di convergenza tra le due esigenze – quella di rilanciare nella scuola l’idea di Patria e quella di offrire agli studenti con cittadinanza non italiana un modello inclusivo di inserimento nella scuola e nella società italiana – potrebbe essere fornito da una opportuna utilizzazione ai vari livelli della nuova materia “Cittadinanza e Costituzione”.

Intanto, vista l’imminenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, si potrebbe affidare in via straordinaria a questa materia, per tutto l’anno scolastico 2010-2011, il compito di focalizzare il tema dell’identità italiana, magari sulla base di linee guida nazionali elaborate da un pool interdisciplinare di esperti. E poi, in via ordinaria, a questa stessa materia (che peraltro ben vi si presta, date le caratteristiche della nostra Costituzione) potrebbe essere ricondotto lo studio del “modello italiano” di cittadinanza: un modello che ha tutti i titoli per essere proposto agli studenti stranieri, oltre che ai nostri, come un esempio di civile convivenza.