Scuola
Torna l'autunno studentesco: Coi precari e poi in 40 province: urgono investimenti e risorse ApCOM, 1.10.2009 Con l'autunno tornano in piazza gli studenti della scuola superiore: lo faranno due volte in meno di una settimana. 'Unione degli studenti' e 'Rete degli studenti' hanno annunciato che domani si uniranno a Roma al corteo in difesa dei diritti dei precari, che farà sosta a piazza Navona per unirsi alla manifestazione per la libertà di informazione e poi concludersi davanti al Miur; per il 9 ottobre, venerdì prossimo, hanno invece organizzato una mobilitazione esclusivamente studentesca in molte città e 40 provincie complessive. È lunga la piattaforma di protesta preparata dagli studenti: chiedono il ritiro dei tagli alla scuola, la richiesta di portare l'incidenza della spesa per la formazione sul Pil ai livelli europei, la copertura finanziaria totale dei corsi di recupero e individuano anche le voci di spesa da cui recuperare utili finanziamenti, come le spese militari e l'acquisto dei software proprietari per i computer della rete scolastica (di cui chiedono la conversione nel sistema gratuito Linux). I giovani chiedono poi una legge quadro nazionale sul diritto allo studio, un 'reddito di formazione' per tutti gli iscritti ad un corso di studi e il potenziamento della carta 'Io Studio' per garantire veramente agli studenti l'accesso ai trasporti, musei, biblioteche e cinema. Proposte che hanno già illustrato al ministro Gelmini nell'incontro al Miur dello scorso 17 settembre: "il ministro Gelmini continua a riempirsi la bocca di proclami sulla qualità e sul merito - ha detto oggi Luca De Zolt, coordinatore della Rete degli studenti - ma sono le solite balle ormai insopportabile: senza maggiori investimenti non ci può essere nessuna qualità e nessuna riforma della scuola pubblica senza un aumento delle risorse dedicate a istruzione, università e ricerca". Gli studenti sono preoccupati anche per l'applicazione di una serie di riforme che hanno penalizzato il tempo scuola: "fino ad ora - sostiene il rappresentante della Rete - abbiamo visto solo segni meno nelle politiche del governo: meno ore di scuola, meno qualità, meno servizi, meno corsi di recupero. Sono aumentati solo ed esclusivamente i costi per studenti e famiglie, dai libri di teso ai costi per le lezioni private". Usano parole molto critiche anche quando citano il responsabile dell'istruzione, il ministro Mariastella Gelmini: "è inaccettabile la tesi della Gelmini per cui nelle scuole ci siano troppi insegnanti: mancano insegnanti per supplenti, corsi di recupero e per tenete aperte le scuole al pomeriggio. Serve invece - conclude De Zolt - far rientrare subito i precari rimasti in strada, con un investimento sulla formazione dei docenti e un sistema efficace e autonomo dal ministero per la valutazione delle scuole". Dello stesso avviso è Stafano Vitale, coordinatore dell'Uds: "di fronte ai tagli che ora iniziano a far sentire il loro reale peso su chi vive quotidianamente la scuola - ha detto - gli studenti non resteranno a guardare, ma da subito saranno in prima linea per dare una 'lezione' a questo governo che vuole distruggere la cultura". L'esponente dell'Uds auspica la realizzazione di "un fronte comune", che dopo alcune piccole incomprensioni del passato sembra essersi ricomposto, "tra studenti e lavoratori della scuola dovrà essere costante durante tutto l'autunno e gli appuntamenti del 3 ottobre e del 9 ottobre dovranno essere occasioni importanti - ha concluso Vitale - per rafforzare le nostre battaglie". Per i giorni 10 e 11 ottobre l'Unione degli studenti ha inoltre organizzato a Roma una grande assemblea studentesca di iscritti e frequentanti tutti gli istituti scolastici: il dibattito sarà aperto anche agli universitari, ai dottorandi ed ai ricercatori. |