Precari salvi per decreto

Pasquale Almirante, La Sicilia 4.10.2009

Con decreto sono state emanate le disposizioni per garantire la continuità del servizio scolastico, meglio note come «salva precari», che però non soddisfano nessuno, tranne Cisl e Uil che però le ritengono il male minore rispetto al nulla, tralasciando le indennità di disoccupazione. Nella sua stretta sostanza tuttavia il decreto conferma che l'eventuale nuovo contratto non introduce l'obbligo alla stabilizzazione e impone alle amministrazioni periferiche di stilare nuove graduatorie da utilizzare prioritariamente rispetto a quelle di istituto, con uno stravolgimento di regole che sicuramente porterà con sé contenziosi, a cui si aggiungeranno quegli altri delle graduatorie che il Miur aveva voluto in coda ma che l'ultima sentenza del Consiglio di stato ha stabilito di formularle a pettine, mentre gli ex provveditorati scoppiano di ricorsi e di lavoro e abili hacker riescono a entrare, manipolando dati e punteggi, nei terminali ministeriali. E per alcuni che se ne scoprono quanti altri rimangono nascosti? Chi è lontano dalle cose della scuola difficilmente potrà afferrare la portata di quanto sta succedendo, ma la situazione è veramente ingaglioffata e quest'anno sta raggiungendo livelli gangsteristici nella difesa estrema del posto di lavoro.

Come se non bastasse, da autorevoli fonti si viene a sapere che il Miur da un lato recupera 40 milioni di euro per il funzionamento della scuola, ma dall'altro le toglie al fondo per l'ampliamento dell'offerta formativa, cioè soldi che servivano per le famose «educazioni», tanto care alla ministra, e per l'aggiornamento. Ma anche soldi per le supplenze vengono portati via e con l'aggravante che sono fondi per pagare a livello regionale le supplenze dei docenti e degli Ata. Quando dunque si parla di non mettere le mani nelle tasche della gente si dovrebbe pure specificare in quali altre in alternativa si attinge, visto pure che la scuola sta diventando un luogo ingiurioso, tanto che, sfruttando sondaggi più o meno validi, è aumentato il numero di alunni per classe, dando così un altro colpo grosso, non solo alla integrità psichica dei docenti, ma anche alla didattica e alla formazione dei ragazzi. In moltissimi istituti tecnici e professionali si parla infatti di classi anche con oltre 35 alunni, soprattutto nelle prime, a fronte di altre sottodimensionate con cui si conferma la mancanza di un piano scientifico e razionale.