La Gelmini vuole salvare i bidelli da Tuttoscuola, 26 ottobre 2009 Il ministro Gelmini è ritornato sul tema dei bidelli, intervenendo al convegno promosso da Iniziativa Subalpina a Stresa, ma precisando meglio il suo pensiero espresso in Parlamento durante l'audizione del 7 ottobre scorso. In Commissione cultura il ministro aveva dichiarato di essere "contraria al fatto che i bidelli non puliscano le scuole e si appaltino le pulizie all'esterno. È uno spreco di risorse pubbliche. Abbiamo un sistema d'istruzione nel quale vanno individuati gli sprechi e le sacche di inefficienza". A Stresa la Gelmini è tornata sull'argomento, precisando che si potrebbero risparmiare risorse pari a 1,5 miliardi di euro "solo facendo tornare i bidelli a pulire le scuole". Ciò fa intendere che le economie a cui pensa il ministro potrebbero venire dalla rinuncia ai servizi esterni. L'esternalizzazione dei servizi di pulizia è un'eredità che lo Stato ha ricevuto dai Comuni circa dieci anni fa quando vi fu la statalizzazione dei bidelli comunali. Ma non ci sono soltanto i servizi di pulizia esterni che fanno oggi "concorrenza" ai bidelli. Nelle zone meridionali ci sono anche i lavoratori socialmente utili (LSU) utilizzati nelle scuole. Per il ministro il problema non è soltanto di quante sono le risorse, ma anche di come si spendono. Ed è andato oltre il problema dei bidelli (i cui organici comunque sono stati ridotti). "Avrei potuto reclamare con il ministro Tremonti ma non l'ho mai fatto perché il problema non è solo quanto si spende, ma come si spende e se oggi esiste un gap nella scuola e nell'università e perché quelle risorse, 43 miliardi di euro che non mi sembrano poca cosa, non sono spese bene". Chi ne farà le spese: i bidelli, le società di pulizia o gli LSU? |