Gelmini: ''Università prima destinazione
delle risorse dello scudo fiscale''

da Tuttoscuola, 29 ottobre 2009

Questa mattina il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini è stata ospite della trasmissione 'Radio anch'io', per parlare della riforma dell'università approvata ieri in Consiglio dei Ministri.

Nel corso della diretta, il ministro ha smentito l'ipotesi di aumento delle rette universitarie: "Noi questo non lo vogliamo fare, non è nel programma. Non crediamo che allo stato attuale si possa in un momento di crisi rispondere al bisogno di formazione del Paese aumentando le tasse ed è proprio per questo che abbiamo proposto questa riforma. Perché non ci deve essere l'alibi di una cattiva gestione degli atenei che si traduca poi in un aumento delle tasse. Non è il momento e non è nelle intenzioni di questo governo".

Le risorse per l'università verranno recuperate dallo scudo fiscale: "Noi vogliamo recuperare, e l'abbiamo individuata come la priorità fondamentale, le risorse dallo scudo fiscale", ha spiegato il ministro. "Non è vero che mezzo governo aspetta questi soldi. Il ministro Tremonti e anche il presidente Berlusconi sono stati chiari da subito, e in consiglio dei ministri non si è detto che ogni ministro poteva accedere ai fondi dello scudo fiscale, ma si sono individuate tre priorità".

"La prima è l'università, la seconda è la sicurezza e la terza sono le missioni all'estero. Tra noi i patti sono assolutamente chiari. Ieri - ha aggiunto la Gelmini - il ministro Tremonti ha ribadito che la priorità sarà l'università, stiamo quantificando la somma c'è già un minimo di accordo anche con la Conferenza dei rettori. Non facciamo lo stesso errore che è stato commesso nella scuola, pensando che i problemi si risolvano solo aumentando le risorse.

L'Università' ha ben altri problemi - ha spiegato il ministro - legati a una difficoltà di cambio generazionale, a una penalizzazione di chi fa ricerca, a una proliferazione dei corsi di laurea, ad una assenza di meritocrazia e di valutazione. Concentrare l'attenzione esclusivamente sull'aumento delle risorse sarebbe un grave errore".

Infine il ddl di riforma dell'università, ha concluso il ministro, non riguarda il personale tecnico-amministrativo degli atenei.