Zaia: «A scuola ora di religione cattolica obbligatoria per i ragazzi islamici»

Polemiche sulla proposta Urso sull'insegnamento dell'Islam tra i banchi.
D'Alema d'accordo. Lega: assurdo, provocazione

da Il Messaggero, 17.10.2009

ROMA (17 ottobre) - Il leghista Luca Zaia, ministro dell'Agricoltura, boccia la proposta del viceministro Adolfo Urso di introdurre l'ora di religione islamica a scuola e rilancia: la religione cattolica deve essere obbligatoria per gli studenti islamici perché «serve a far capire a loro perché noi siamo così e quali sono i risultati del cristianesimo e cattolicesimo profondamente radicati nella nostra società». «Il vero tema - afferma - è obbligare gli islamici a studiare la nostra religione». «Non è un processo di evengelizzazione - sostiene il ministro della Lega - ma di conoscenza e consapevolezza della nostra religione».

Massimo D'Alema invece dice sì all'ora di religione islamica a scuola definendola «un'idea giusta». «L'insegnamento religioso è un diritto e da oggi ci sono alternative all'ora di religione cattolica come l'insegnamento dell'educazione civica. Non vedo perché non si debba quindi consentire ai bambini di religione islamica di poter seguire l'insegnamento della loro religione a scuola». Secondo D'Alema alla proposta Urso sono state date «risposte imbarazzanti, dal carattere primitivo».

D'accordo anche Gianfranco Fini che nella proposta non vede «assolutamente nulla di scandaloso». «Se qualcuno dice di no - ha aggiunto - sostenendo che anche i figli dei cattolici debbano imparare il Corano non parla della cosa detta da Urso».

Lega: proposta Urso assurda. «La proposta dell'ora di religione islamica a scuola è assurda. Noi dobbiamo difendere la nostra identità, non cancellarla» ha affermato il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota. «Quella di avere una società multietnica a tutti i costi - dice l'esponente del Carroccio - è un'idea della sinistra e non è compatibile con gli impegni presi con la nostra gente. Bisognerebbe smetterla con le provocazioni».

Critiche anche dal viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli che considera la proposta di Urso «una provocazione, che arriva pochi giorni dopo l'attentato di Milano, proprio per suscitare una nostra reazione e seminare zizzania».

Il cardinale Ersilio Tonini spiega che dietro la proposta di introdurre l'ora di religione islamica c'è «pressapochismo» perché «ci vuole massima prudenza nell'approccio con l'Islam». Secondo il porporato, «si tratta di un'idea impraticabile, non attualizzabile nel nostro momento storico», anche perché «l'Islam ha mille espressioni, collegamenti, imparentamenti. Insomma, con i valori della nostra civiltà non ha nulla a che vedere».

«Nulla in contrario, da un punto di vista di principio» commenta monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, città con forte immigrazione islamica, e presidente della Commissione Affari giuridici della Conferenza episcopale italiane. Serve però prima un quadro giuridico, ovvero un accordo tra Stato e comunità musulmane italiane, che al momento manca.

Per Mario Scialoja, membro del Cda del Centro culturale islamico italiano la religione islamica nelle scuole pubbliche «sarebbe di difficile realizzazione perché rappresenterebbe un problema costituzionale di uguaglianza con le altre religioni presenti nel nostro Paese».

Dubbi anche dalla Rete degli studenti medi: se si fa l'ora di islam, si dovrebbe fare anche l'ora di cristianesimo ortodosso o quella di buddismo. Cosa non sostenibile, perché si arriverebbe a una vera lottizzazione dell'istruzione da parte dei credi, in cui prevarrebbe tra l'altro la legge del più forte o della maggioranza.