Scuola e tagli, di Viola Giannoli, la Repubblica di Roma 23.10.2009 Non c'è tregua per la scuola. Dopo l'emergenza sicurezza negli istituti, il dramma dei precari e il dibattito attorno all'ora di religione, esplode ora il caos supplenti. Effetto inevitabile dei tagli all'istruzione pubblica e della riforma scolastica varata dal ministro Gelmini. E così, in assenza dei loro colleghi, i docenti sono costretti a fare i volontari, con straordinari non pagati. O, peggio, i badanti, messi a guardia delle classi scoperte. A lanciare l'Sos sono gli stessi presidi e professori degli istituti romani: dalle elementari alle medie, alle superiori. Perché in tutte le scuole il problema è lo stesso: se un docente si ammala, come si fa a sostituirlo? Al liceo scientifico Pasteur, al Trionfale, la dirigente Daniela Scocciolini ha preso carta e penna e ha scritto una lettera ai genitori: «Carissimi, ci sentiamo in dovere di precisare che a partire da questo anno, nel caso in cui un docente si assenterà, non potremo fornire un servizio adeguato di sostituzione». Insomma, se il prof resta a casa niente supplenti. E ancora: «I ragazzi verranno fatti uscire prima o entrare dopo oppure resteranno in classe sotto la vigilanza dei pochi bidelli in servizio». E quando anche il personale fosse insufficiente «gli studenti - ragazzi tra i 14 e i 19 anni - staranno da soli nelle aule». Sperando, aggiunge la preside che «si comportino bene, rispettino pareti e arredi, senza mettersi in condizioni di pericolo». Un esempio di come i licei, in gravi difficoltà, fanno a gara per tappare come possono i buchi di organico. Per sostituire i malati, secondo Mario Rusconi, a capo dell'associazione dei presidi e dirigente del Newton, dovrebbero essere istituite per legge le supplenze a pagamento. «Ora non sono obbligatorie e i professori si rifiutano di farle». Nel frattempo l'escamotage consiste nel radunare gli alunni in Aula Magna per proiettare un film sotto il controllo di un bidello. Anche al Visconti, in piazza del Collegio Romano, le soluzioni più gettonate sono la sala video o il cortile dove fare educazione fisica. Ma per il preside Rosario Salamone la panacea definitiva sarebbe l'organico funzionale con un team di docenti senza alcuna classe assegnata per coprire i buchi. Pure al Righi si corre ai ripari. Ma per la preside Margherita Mastrangelo è inaccettabile far entrare o uscire gli alunni in orari troppo diversi dal solito. «Un cattivo segnale e un invito all'assenteismo». Una situazione insostenibile che riguarda anche le medie. Alla Esopo, nel quartiere Trieste, la dirigente Ada Maurizio denuncia: «Le assenze brevi per cui non possiamo chiamare supplenti sono totalmente a carico della scuola e se prima venivano pagate, ora non sappiamo nulla. I pochi docenti che hanno dato disponibilità sostituiscono i malati. Qualcuno aveva persino proposto di attingere al fondo di istituto, ma sarebbe un precedente gravissimo». Così, in sostanza, gli insegnanti fanno i volontari. O i badanti, come alla elementare Leopardi, zona Balduina, dove le maestre che prima facevano lezione in compresenza vengono dirottate sulle supplenze. Come le insegnanti dell'ora alternativa alla religione cattolica. La stessa idea che è venuta in mente ai dirigenti della Pistelli, nel quartiere Prati. Mentre Salvatore Sasso, preside della Basile a Torre Maura lamenta che nemmeno sottraendo un maestro alle ex ore di lezione "a due" si riescono a coprire tutti i buchi. Impraticabile, a detta di tutti, il vecchio rimedio di dividere bambini e ragazzi, sparpagliandoli tra le altre classi. «Le aule sono già talmente affollate... - insiste Rusconi - È un problema di sicurezza, ma anche di qualità dell'offerta didattica». Per questo il Prc ha presentato una mozione in Consiglio regionale, alla procura e alla prefettura chiedendo un monitoraggio sulle «condizioni di sovraffollamento delle classi che nel Lazio arrivano a contenere fino a 35 alunni, con uno o più disabili, troppo spesso lasciati anche senza sostegno». |