Precari. Il giudice condanna
il Ministero della Pubblica Istruzione

 Il Gazzettino di Treviso, 31.10.2009

Sono 17 pagine di sentenza già depositate in cancelleria. Il giudice del lavoro del Tribunale di Treviso Galli ha, condannato il ministero della Pubblica istruzione a rimborsare immediatamente ad un docente padovano, G.D.N., fra i 30 e i 40 anni, precario da 13 anni, e insegnante in un istituto tecnico di Treviso, la differenza maturata dal 2001-2002 ad oggi fra lo stipendio da precario a quello di ruolo, ferie e scatti di anzianità compresi.

La sentenza è subito esecutiva e avrà una coda: infatti il magistrato ha deliberato di affidare una perizia per quantificare fino all’ultimo euro la cifra dello stipendio maturato negli ultimi 8 anni scolastici dal docente di diritto ed economia.

Il professore, sostenuto dalla Gilda degli insegnanti di Padova, era rappresentato in aula dagli avvocati Marco Cini e Giovanni Attilio De Martin.

Il collegio del ricorrente aveva chiesto al giudice del lavoro di Treviso di trasformare il rapporto a tempo del docente in un contratto a tempo indeterminato; oppure di riconoscergli lo stipendio "vero" che avrebbe maturato negli anni se fosse stato di ruolo con scatti di anzianità e ferie compresi. Il giudice ha dato seguito alla seconda richiesta.

Questa è la seconda sentenza in Italia: la prima è stata emessa dal tribunale del lavoro di Viterbo; quella di Treviso "vince" per il quantum che sarà rilevante.

Il giudice ha stabilito che è illegittima la reiterazione dei contratti a tempo determinato per i docenti alle dipendenze dello Stato. E così, grazie ad una sentenza comunitaria emessa nel 2001, il professore padovano, in cattedra a Treviso, e condannato ogni anno a cambiare scuola, avrà ora il riconoscimento economico che i suoi 13 anni di lavoro gli hanno permesso di maturare.

La sentenza depositata giovedì 29 ottobre, che ha accolto il ricorso e dato ragione anche alla Gilda degli insegnanti padovani che ha sostenuto la causa, stabilisce il diritto dei docenti precari che hanno lavorato per più di tre anni con nomina dell’Ufficio Scolastico Provinciale. Il ricorso interessa 45 docenti appartenenti al gruppo dei “precari storici”.