Scuola, dl precari:
bagarre alla Camera durante votazione

 Il Messaggero, 20.10.2009

ROMA (20 ottobre) - Tensione altissima nell'Aula della Camera durante l'esame del decreto legge sui precari dela scuola. L'Aula respinge, secondo il parere del governo, un emendamento con 269 sì e 271 no e due astenuti. Il risultato della votazione favorevole alla maggioranza sul filo di lana malgrado la presenza in Aula di cinque ministri ed altrettanti sottosegretari - è l'accusa della opposizione - è stato determinato dal voto di Carolina Lussana, entrata nell'Emiciclo a votazione aperta e che è stata attesa prima che venisse chiusa.

«Lei ha fatto una cosa scorretta - ha urlato il capogruppo del Pd Antonello Soro al vicepresidente Maurizio Lupi - violando la volontà del Parlamento». Ma Lupi ha replicato: «Ho rispettato il regolamento».

Il clima si è fatto rovente dopo che, con la maggioranza battuta per dieci voti sulla richiesta di sospensione dei lavori, si doveva passare a votare il primo emendamento del decreto. Lupi ha dato la parola a Massimiliano Fedriga della Lega sull'ordine dei lavori, ma Soro si è precipitato al banco della presidenza urlando: «Non può parlare, c'è la votazione». Massimo Polledri (Lega) ha scavalcato il suo banco per buttarsi su Soro, ed è stato bloccato dai commessi. Lupi ha concesso la parola brevemente, sempre sull'ordine dei lavori, a Giuliano Cazzola e poi ha aperto la votazione. Mentre si votava è entrata in Aula Carolina Lussana, che è in stato interessante; Lupi ha atteso che lei votasse prima di chiudere la votazione. La deputata leghista, hanno accusato dalla sinistra con forti urla, ha determinato il risultato della votazione in senso positivo per il governo. Lupi si è difeso ribadendo: «quando presiedono sono assolutamente imparziale, si rileggano i verbali». Ma la bagarre nel frattempo era scoppiata. Solo l'arrivo del presidente della Camera Gianfranco Fini, che ha invitato a salutare il re di Giordania che assisteva a tutto dalle tribune del pubblico, ha riportato la calma.

Graduatoria unica. All'esame dell'Aula della Camera la proposta di una graduatoria unica a partire dal 2011. La novità dovrebbe consentire di superare le ultime perplessità su questa materia. Nel testo che è stato presentato per l'Aula si legge: attraverso un emendamento a firma della commissione.

La novità dovrebbe consentire di superare le ultime perplessità su questa materia. Nel testo che è stato presentato per l'Aula si legge: «Il decreto con il quale il ministro dell'Istruzione dell'università e della ricerca dispone l'integrazione e l'aggiornamento delle predette graduatorie per il biennio 2011-2012 e 2012-2013» è improntato «al principio del riconoscimento del diritto di ciascun candidato al trasferimento dalla provincia prescelta in occasione dell'integrazione e dell'aggiornamento per il biennio scolastico 2007-2008 e 2008-2009 ad un'altra provincia di sua scelta con il riconoscimento del punteggio e della conseguente posizione di graduatoria».

Il che dovrebbe portare dal 2011 alla riduzione a due del numero di province per le quali si può esercitare l'opzione da parte degli insegnanti, nonchè introdurre l'inserimento nelle graduatorie secondo la modalità cosiddetta “a pettine” e dunque introdurre una sorta di graduatoria unica. Tra le modifiche che dovrebbero essere approvate durante l'esame dell'Aula del decreto legge sui precari della scuola spunta anche una proposta che riprende due emendamenti identici a firma delle opposizioni e che interviene sul primo articolo del provvedimento. Il testo del decreto prevede che «i contratti a tempo determinato stipulati per il conferimento delle supplenze», in quanto «necessari per garantire la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo, non possono in alcun caso trasformarsi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato e consentire la maturazione di anzianità utile ai fini retributivi prima della immissione in ruolo».

La modifica sulla quale si sarebbe registrata la convergenza di maggioranza e governo cancellerebbe l'inciso «in alcun caso» che secondo molti avrebbe costituito un precedente ricco di insidie da un punto di vista giuridico.