Riforma scuola, chiesto un anno di rinvio

La Toscana chiede di rinviare di un anno l'applicazione dei nuovi regolamenti. L'assessore regionale Simoncini: "Più tempo ai ragazzi e agli insegnanti per capire quale scuola li attende"

  da Il Punto-online.it, 20.11.2009

«Abbiamo chiesto al ministro il rinvio di un anno dell'entrata in vigore dei regolamenti cui si affida la revisione dell'assetto di istituti superiori e licei soprattutto perché i ragazzi, insieme alle loro famiglie, hanno il diritto di capire bene a quale scuola si iscriveranno, quali ne saranno i contenuti e i percorsi formativi. E la stessa esigenza sicuramente avverte il corpo docente di fronte ai cambiamenti che investiranno gli stessi insegnamenti. Non si può, insomma, in una scuola già provata da tagli di risorse e personale, creare ulteriore caos e disorientamento imponendo l'iscrizione a febbraio ad istituti di cui, ad oggi, non si conoscono ancora i contenuti definitivi».

L'assessore all'istruzione e lavoro, Gianfranco Simoncini, ha scelto la tavola rotonda che costituisce il momento più importante della seconda giornata del seminario nazionale sull'istruzione tecnica e professionale organizzato a Firenze da Regione e Cidi (Centro di iniziativa democratica degli insegnanti) all'Auditorium del Duomo per ribadire la posizione della Toscana sui provvedimenti del ministro Gelmini. Al confronto di stamani hanno preso parte anche Gianna Pentenero, della Regione Piemonte, Gianni Rossoni, della Regione Lombardia, e Corrado Gabriele, della Regione Campania. «C'è anche un altro aspetto da considerare – ha detto ancora Simoncini –.

Sulla programmazione scolastica c'è una titolarità delle Regioni, sancita dalla Costituzione. Le novità del riordino, che ancora non ha concluso il suo iter, si incrocerebbero con la programmazione che dobbiamo chiudere, per legge, entro dicembre. I tempi non consentono un confronto serio sulla proposta e anche per questo ci sembra quindi ragionevole proporne lo slittamento per consentire di entrare nel merito e di coinvolgere pienamente le Regioni e il mondo della scuola».

L'assessore ha ricordato inoltre le perplessità avanzate dalla Regione Toscana su alcune delle novità prospettate nei testi governativi, sia in quello sugli istituti tecnici che in quello sui professionali: fra queste, ad esempio, la mancata individuazione di collegamenti fra sistema dell'istruzione professionale e la formazione professionale che fa capo alle Regioni, con possibili duplicazioni e sovrapposizioni dei due canali formativi. Così come la non sempre chiara distinzione fra nuovi istituti tecnici e professionali.

«Siamo convinti – ha sottolineato Simoncini – che l'istruzione tecnica debba essere valorizzata e rilanciata perché solo rafforzando queste competenze potremo disporre delle risorse necessarie a rendere più competitivo e qualificato il sistema produttivo. Purtroppo fino ad oggi non ci sembra che la politica del governo vada in questa direzione. Tutto, a cominciare dai tagli del personale, porta a una scuola con meno servizi, meno lavoro, meno qualità». Gli istituti tecnici e l'istruzione tecnica e professionale hanno rappresentato, negli anni '60, un fattore di crescita della scolarizzazione, contribuendo allo sviluppo economico del paese. Da qui – è il messaggio del seminario fiorentino - occorre ripartire, per costruire una scuola pubblica che sia capace di contribuire allo sviluppo del paese e di essere in sintonia con le esigenze dei singoli territori.