A Firenze circa 500 ragazzi hanno dato vita
a una manifestazione di protesta per le vie del centro

Riforma della scuola,
studenti di tutta Italia in corteo.
A Milano quattro fermati

Milano (Adnkronos) - Nel capoluogo lombardo all'avvio della manifestazione ci sono stati una serie di scontri con tanto di cassonetti ribaltati. A Torino è stato occupato il rettorato. Gelmini smentisce i tagli alla ricerca: "E' falso".

IGN-ADNkronos, 17.11.2009

Milano, 17 nov. - (Adnkronos) - Studenti di tutta Italia in piazza contro la riforma della scuola del ministro Gelmini. A Milano, durante il corteo che stamane ha preso il via da Largo Cairoli, quattro studenti sono stati fermati. Proprio nelle fasi iniziali ci sarebbero stati una serie di scontri con tanto di cassonetti ribaltati. Almeno quattro ragazzi sono stati fermati e portati in questura per l'identificazione e per decidere eventuali misure cautelari nei loro confronti. Il corteo ha continuato il suo percorso lungo le strade del centro e ora si sta dirigendo nella sede universitaria di via Larga.

Proprio per protestare contro i fermi è previsto per le 15 in piazza San Babila un presidio.

Un applauso per Vito Scafidi, lo studente morto un anno fa nel crollo del liceo Darwin di Rivoli (Torino). Si è aperta invece così la nuova manifestazione degli studenti torinesi organizzata in concomitanza con la Giornata internazionale del diritto allo studio. Alcune migliaia di studenti delle scuole superiori, ai quali si sono uniti anche gli universitari, stanno sfilando per le vie del centro di Torino. Tra i momenti che hanno caratterizzato finora il corteo un lancio di uova e carta igienica contro la sede regionale del Miur e una finta rapina in banca inscenata da due manifestanti con in spalla dei caschi neri pieni di banconote finte raffiguranti il ministro Gelmini.

Arrivata di fronte al rettorato, una parte degli studenti lo ha occupato. Prima un paio di manifestanti erano saliti con una scala su un balcone dove avevano esposto uno striscione con la scritta 'La Gelmini non ci merita' firmato Università e Politecnico. Un altro gruppo è invece entrato nel cortile del rettorato dove ha appeso uno striscione contro il cancello chiuso. Tra i numerosi striscioni che sono stati esposti nel cortile e sulla balconata quelli con la scritta 'Riforma Gelmini: nove mesi per attuarla non facciamola nascere', 'Chi dorme nella democrazia si sveglia nella dittatura', 'Riprendiamoci il nostro futuro' e 'Blocchiamo la riforma'.

A manifestare sono, oltre agli studenti medi e agli universitari anche i precari della ricerca e i precari tecnici e bibliotecari dell'Università. I manifestanti hanno anche realizzato un finto preservativo, fatto con un grosso sacchetto di nylon pieno di palloncini, con sopra la scritta 'Preserviamo l'Università pubblica'.

A Firenze circa 500 ragazzi delle scuole superiori hanno dato vita a una manifestazione di protesta per le vie del centro. Il corteo è partito intorno alle 9.30 da piazza San Marco, e si è poi diretto alla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella. Qui i manifestanti hanno sostato per un po' sul binario 16, poi si sono spostati sulla piattaforma tra i binari 14 e 15, senza comunque bloccare il traffico ferroviario. Non sono stati segnalati finora problemi di ordine pubblico. La manifestazione è seguita da contingenti della forza pubblica e dalla Digos. I manifestanti gridano slogan ed espongono cartelli contro la riforma del ministro Gelmini.

''Gli studenti italiani hanno capito che bisogna avere il coraggio di guardare al futuro, di cambiare la nostra scuola, di fare scelte coraggiose. Riproporre vecchi slogan, come se fossimo ancora negli anni '70, certamente non contribuisce a rendere la nostra scuola più moderna'', ha commentato il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini . ''I manifestanti, per lo più legati al mondo dei centri sociali - sottolinea - non rappresentano certo i milioni di ragazzi che studiano e si impegnano e che sperano di trovare nelle scuola non un luogo di indottrinamento ideologico ma un'istituzione che li prepari a un vero lavoro''.