La scuola nel mondo Piero Morpurgo, 27.11.2009 Che si dice della Scuola in Europa? Di questi tempi è bene tener d’occhio quel che succede negli altri Paesi. Cominciamo dalla Francia. Il 24 novembre gli insegnanti hanno manifestato a Parigi contro la drastica riduzione dei posti di lavoro: 80000 tagli stimati tra il 2007 e il 20121.Lo sciopero ha visto fino a un 40% di adesioni nella scuola secondaria che contesta i progetti di “autonomia” della nuova riforma di Licei e Università. In particolare i docenti di scienze economiche e sociali vedranno ridotto il loro impegno nelle classi di quasi il 50% e l’associazione dei docenti di matematica denuncia che "les grilles-horaires présentées (...) laissent présager une diminution importante et non justifiée des enseignements scientifiques dans leur ensemble"2. C’è da rimanere sconcertati quando si legge che al drastico ridemensionamento dei quadri orario non corrisponde una revisione dei programmi per la quale si sta ancora lavorando3! Parola di Ministro: "Notre objectif est que le lycée permette la réussite de chaque élève". Ancora il mito del successo formativo4! Non sfuggano però alcuni passi dell’intervento del ministro: la Francia deve recuperare il ritardo nell’apprendimento delle lingue straniere; le scuole francesi saranno contro la scelta precoce degli indirizzi5 istituendo “stages-passerelles”. La rimodulazione degli orari si dice che servirà ad introdurre almeno 2 ore settimanali di insegnamento personalizzato6 mirato a ridurre la dispersione scolastica. Già visto, già sentito. E gli insegnanti francesi protestano perché dicono che l’intero impianto della riforma nasconde una scuola gerarchizzata fondata su controlli di qualità. Voci allarmate: ogni anno in Francia si suicidano 35 insegnanti. Voci addolorate perché l’insegnamento della storia è cancellato dall’ultimo anno di corso e così si cancella l’importanza della memoria ma: se souvenir est un devoir de raison. Parce que sans histoire, nous serions asservis au libre cours d'un présent incontrôlable fait de télévision instantanée, de textos, d'Internet. Il ricordare è un dovere della ragione e senza storia noi saremmo asserviti al libero corso del presente fatto di istantanee. Voci indignate del collega che denuncia: Aujourd'hui, j'en ai assez du mépris ! Du mépris qui sous entend que nous ne travaillons pas. /…/ Du mépris ressenti de la part de certains décideurs, qui au lieu de mieux réformer … nous présentent comme coûteux pour le pays. Je ne supporte plus le mépris7. Basta con il disprezzo nei confronti della nostra professione, basta con il disprezzo che sottintende che siamo fannulloni, basta con il disprezzo dei decisionisti che ci presentano come un costo per il paese. Questo disprezzo non lo sopporto più!
Piero Morpurgo GILDA Vicenza
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