Ma la Corte europea
ha voluto salvare il crocifisso!

di Ennio De Marzo, Pavone Risorse 7.11.2009

La Corte europea per i diritti dell'uomo, accogliendo la denuncia di una famiglia italiana, ha stabilito che i crocifissi appesi nelle aule scolastiche sono “una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni”. Nulla di eclatante: uno Stato laico, in quanto tale, non può presentarsi ai propri cittadini con simboli di parte, che siano o meno rappresentativi della maggioranza della popolazione o di una tradizione più o meno riconosciuta dalla medesima.

Nei Paesi più evoluti queste cose si danno per scontate. Non nel nostro paese, dove, al contrario, si sono scatenate reazioni rabbiose. Gli italiani, spaventati dalla prospettiva di vedersi togliere, dopo il crocifisso, anche il Santo Natale, si sono subito mobilitati. Qualcuno, tirando in ballo una fantomatica lobby ebraica che si annida a Strasburgo, si è detto pronto a riempire le aule non di uno, bensì di cento crocifissi, mentre qualcun altro, convinto di combattere la battaglia campale contro le forze del male, è passato direttamente alle minacce nemmeno tanto velate contro tutto ciò che puzza di relativismo culturale.

D'altro canto il popolo italiano è poco avvezzo ad accettare le sentenze, tutte le sentenze.

La legge viene quasi sempre vista come una indebita ingerenza, come un danno, come una ingiustizia, soprattutto quando ci colpisce direttamente. Quando invece riguarda qualcosa o qualcuno lontano da noi, meglio ancora se diverso, straniero o avverso politicamente, la si esalta, anzi si chiede il massimo della severità.

Questa sentenza non fa differenza e così sul banco degli imputati … ci è finita l'Europa intera. E poco importa che l'Unione Europea, intesa come organismo politico, abbia immediatamente diramato una nota in cui si chiarisce come la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sia un organismo totalmente indipendente.

Indipendente? Che cosa significa questa orrenda parola? In Italia la divisione dei poteri, questo figlio del più bieco relativismo illuminista, fatica a farsi strada, anzi diciamo che oramai batte in ritirata e ci mancherebbe pure il contrario dato che si tratta del migliore antidoto contro l'assolutismo. E importa ancor meno che la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo abbia fatto riferimento alla Carta Europea, che tra i firmatari annovera veri e propri mangiapreti, tra cui De Gasperi ed Adenauer. Tanto chi si ricorda di loro?

Ma poi, di che cosa ci si preoccupa? Non è la prima volta che un organismo europeo interviene per condannare questa o quella distorsione presente nel nostro sistema: è accaduto, per esempio, con l'assetto radiotelevisivo, condannato a più riprese perché limita la libertà di espressione ed il pluralismo. È cambiato forse qualcosa nel frattempo?

Sulla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo si sono spesi e si continueranno a spendere fiumi di inchiostro, compreso questo. Ma proviamo a considerare la questione da un'ottica differente. Rileggiamo bene la sentenza:

La presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche è una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni.

Non si parla di generici luoghi pubblici o di pubblici uffici, bensì di “aule scolastiche”. Insomma, si parla di scuola. Sì, proprio quella istituzione su cui si abbatte da anni una vera e propria mannaia politica e mediatica. E allora perché non pensare che la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo abbia voluto salvare il crocifisso da questa gogna? Come non considerare la possibilità che i giudici europei abbiano voluto evitare al diretto interessato questo triste spettacolo, sottraendolo anche agli insulti che da ogni parte piovono sulla scuola e su chi vi lavora o studia? Come non ipotizzare che la giustizia europea abbia voluto celare alla vista del Salvatore lo squallido spettacolo di trenta-quaranta alunni ammassati in pochi metri quadri e costretti a studiare sempre meno e sempre peggio? E perché non credere che la Corte Europea abbia pensato che in una situazione del genere nemmeno un crocifisso può considerarsi totalmente al sicuro?

E allora il popolo italiano dovrebbe dire grazie alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, perché con quella sentenza ha voluto salvare da morte certa quel simbolo di speranza. E finalmente docenti, personale Ata, dirigenti scolastici, studenti e loro famiglie hanno trovato qualcuno che pensa a loro. Allora non ci resta che sperare in una prossima ingerenza, nella speranza che riesca a salvare da sicura estinzione anche la scuola italiana e tutti coloro che la amano veramente. Chissà che non sia la volta buona che gli italiani capiscono che cosa si stanno perdendo.