Scuola, la protesta prosegue via e-mail

Genitori e insegnanti bolognesi preparano un censimento
delle situazioni più critiche in seguito ai tagli del ministero

di Ilaria Venturi, la Repubblica di Bologna 26.11.2009

Lettere dalle scuole firmate da mamme e papà. Non a una professoressa, ma ai presidi e ai vertici degli uffici scolastici. Al ministro. Per denunciare tutto quello che ancora non funziona tra i banchi delle elementari. E proteste dei docenti alle superiori contro la riforma Gelmini. L'ultima, di ieri, dei docenti delle Laura Bassi: «Solo tagli». Immediata la replica del direttore dell'ufficio provinciale Vincenzo Aiello che allarga le braccia: «Capisco le proteste dei genitori, vuol dire che le famiglie sono attaccate alla scuola e questo è positivo, ma io non posso fare più di questo. L'erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re, le risorse non sono infinite, dobbiamo fare con quello che abbiamo».

Non basterà al popolo della scuola che, dopo essere sceso in piazza a inizio d'anno, nelle ultime settimane è passato alla resistenza via mail. Con tante piccole denunce, assemblee e raccolte di firme guidate dai rappresentanti di classe. Missive del disagio, sui problemi di ogni giorno. Non solo. Domani, alle 17, alle Guido Reni l'assemblea delle scuole, il movimento di genitori e insegnanti, si riunirà per scaldare i motori della mobilitazione sulle nuove iscrizioni. «Cerchiamo di costruire una anagrafe delle situazioni che non vanno nelle scuole perché ovunque ci vengono segnalate situazioni disastrose», dice il maestro Mirco Pieralisi.

Il direttore Aiello getta acqua sul fuoco e sull'emergenza fondi che mancano annuncia: «Il ministero ha cominciato a pagare, ad alcune scuole sono arrivati più soldi di quelli attesi, basta attendere, ci vuole pazienza». Sul capitolo supplenti Aiello ammette «ritardi nella pubblicazione delle graduatorie». «Ma le scuole devono chiamarli, i soldi ci sono». E poi, «abbiamo risolto il problema dell'inglese e delle ore alternative alla religione, ora stiamo facendo un monitoraggio sugli insegnanti di sostegno». Una ferita aperta: secondo sindacati e associazioni mancano ancora 48 docenti per gli studenti disabili.