SCUOLA
Aprea: l'Invalsi premia la Gelmini intervista a Valentina Aprea, il Sussidiario 20.11.2009
Il rapporto Invalsi sulle rilevazioni
degli apprendimenti nella scuola primaria 2008-2009 è giunto alla
pubblicazione. Già ieri su queste pagine se ne è data notizia
pubblicando la sintesi del rapporto e intervistando uno dei
responsabili scientifici dell’Invalsi. Numerosi sono i dati che nei
prossimi mesi saranno oggetto d’esame da parte di maggioranza,
opposizione, tecnici, insegnanti, istituti e scuole. Per cominciare
abbiamo chiesto all’onorevole Aprea, presidente della VII
Commissione della Camera (Cultura, Scienza e Istruzione), di darci
la sua “prima impressione” rispetto ai dati immediatamente
accessibili. In seconda elementare: nella prova di Italiano della classe seconda le risposte corrette sono state pari al 65 per cento. Nella Prova di Matematica della classe seconda le risposte corrette sono state pari al 54,9 per cento.
In quinta elementare: nella prova di
Italiano della classe quinta le risposte corrette sono state pari al
62,3 per cento. Nella prova di Matematica le risposte corrette sono
state pari al 57,1 per cento.
In attesa di conoscere nel dettaglio
gli esiti di quest’ultimo rapporto Invalsi sugli apprendimenti mi
sento di dire che quella da noi intrapresa è la strada giusta. I
risultati di cui disponiamo ci danno una netta conferma rispetto
alla direzione che abbiamo imboccato, sia per quel che riguarda
l’istruzione, sia per gli strumenti di valutazione di cui
disponiamo.
Infatti. Peraltro questi dati,
incrociati appunto con quelli dei rapporti internazionali, ci danno
come prima informazione il fatto che la scuola primaria regge. Regge
sugli apprendimenti fondamentali in seconda e in quinta elementare,
un fattore che noi avevamo previsto e la cui verifica ci conforta
particolarmente, ma non possiamo ancora accontentarci.
Più che di motivi di preoccupazione
preferirei parlare di priorità e di obiettivi che dobbiamo
prefissarci. Innanzitutto, sebbene si noti un trend positivo, rimane
forte la percentuale di insuccessi da parte degli studenti
esaminati.
Certo. Emerge con chiarezza che c’è
molta differenza. Ma non solo tra nord e sud. Il dato sorprendente e
particolarmente fastidioso riguarda la notevole varianza di qualità
degli insegnamenti anche all’interno delle stesse aree geografiche,
la differenza fra una scuola e l’altra è sorprendentemente molto
alta. Certo, è più alta al sud piuttosto che nel nord, però questo
dato ovviamente non può essere motivo di serenità.
È per questo motivo che abbiamo
bisogno di un sistema di valutazione universale, scuola per scuola.
Proprio perché il campionamento dell’Invalsi, che è scientificamente
provato, ci dice che questa varianza è insopportabile che c’è una
distanza a volte abissale fra scuole della stessa regione, della
stessa provincia o, addirittura, dello stesso comune. Una differenza
che è troppo alta. Quindi, mediante una rilevazione universale, ogni
scuola potrebbe svolgere questo tipo di lavoro, disporre di una
pietra di paragone di specchio con la quale leggere e vedere a che
punto si trova e capire qual è il percorso che deve poi eseguire.
Guai se mancassero queste prospettive. Come dicevo prima, noi al Ministero non ci accontentiamo, sebbene i segnali siano confortanti. Andiamo avanti, la situazione è sicuramente sotto controllo, ma è inutile aggiungere che i “buchi neri” all’interno della scuola primaria, così come degli altri ambiti dell’istruzione, sono ancora moltissimi. Quindi il risultato del rapporto più che uno stimolo a incrociare le braccia è uno sprone a proseguire il nostro lavoro.
|