«Job&Orienta», un patto con le imprese
per dare fiato alla scuola

L’INAUGURAZIONE. Ribadita la necessità di far marciare l’istruzione con la rapida evoluzione del mondo del lavoro. L’assessore regionale Donazzan: «Il nostro Paese è dominato da una gerontocrazia» E da Italia 2020 esce un disallineamento tra mondo formativo e richieste di mercato

Elena Cardinali L'Arena di Verona, 27.11.2009

Verona. Una scuola che dovrà essere sempre più in sinergia con il mondo del lavoro ma che deve anche riscoprire la sua vocazione educativa come formatrice di futuri cittadini, di persone cioè in grado di condividere le regole del vivere civile, e di lavoratori responsabili, in grado di modellarsi alle dinamiche del mondo del lavoro. In poche parole, una scuola in grado di cogliere i grandi cambiamenti in atto nella società e far crescere una società e una classe dirigente adeguate. Grandi intenti e ottime intenzioni negli auspici che hanno accompagnato il convegno inaugurale di Job&Orienta, edizione numero 19, la rassegna dedicata alla scuola, all'orientamento e al lavoro, aperta in Fiera fino a domani, che ha esordito con la presentazione di «Italia 2020», il piano di azione per l'occupabilità dei giovani.

Un documento, siglato lo scorso settembre dai ministri del Lavoro Maurizio Sacconi e dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che, andando oltre gli specifici ambiti d'intervento, scelgono di lavorare insieme a strategie e azioni sistematiche per affrontare alcune evidenti «vulnerabilità» che pesano sul futuro dei nostri giovani. Rispetto ai coetanei di altri Paesi, infatti, i giovani italiani incontrano il lavoro in età troppo avanzata e con conoscenze poco spendibili. Manca un vero contatto con il mondo lavorativo e sono quasi assenti moderni servizi di collocamento e orientamento che possano agevolare una più celere transizione al mercato del lavoro. Prima dell'inizio dei lavori si è esibita l'orchestra giovanile provinciale di Vibo Valentia, diretta sa Antonella Barbarossa, formata da giovani tra i 12 e i 18 anni,i di scuole diverse, che si sono esibiti con grande bravura in brani di tango e colonne sonore.

Claudio Valente, vicepresidente della Fiera, ha sottolineato la necessità che «la scuola formi giovani in grado di prendersi le loro responsabilità e anche di fare sacrifici», mentre l'assessore regionale all'Istruzione, Elena Donazzan ha ricordato che «la crisi si può subire oppure aggredire e che in Veneto c'è una grande capacità di reagire». Ma ha anche sottolineato la necessità di svecchiare il Paese «dominato da una gerontocrazia imprenditoriale». La dirigente dell'Ufficio scolastico regionale, Carmela Palumbo ha ricordato «l'esempio virtuoso delle università venete che hanno saputo prendere accordi con il territorio per non perdere risorse per strada» e ha lanciato un appello al direttore della segreteria tecnica del ministro Gelmini, Gianni Bocchieri, affinchè «nella suddivisione dei futuri licei musicali, 40 in tutta Italia, si tenga conto delle esperienze maturate». Michele Tiraboschi, consigliere del ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali ha sottolineato il valore dello stage e dell'apprendistato,«canali professionalizzanti che danno opportunità di crescita e di orientamento».

Le azioni indicate dal Piano partono dalle proiezioni al 2020 che vedono l'Italia in forte carenza di competenze elevate e intermedie legate ai nuovi lavori e un disallineamento dell'offerta formativa rispetto alle richieste del mercato del lavoro. Se non saranno introdotti dei correttivi persisteranno gli attuali alti livelli di dispersione scolastica e universitaria.