Topo Gigio raccomanda di lavarsi le mani.
Ma nel 60% delle scuole manca il sapone

 Il Messaggero, 10.11.2009

Niente baci e niente abbracci. L’anno scolastico si è aperto così, con il divieto alle tenerezze. La “scure” del virus ha dettato regole bacchettone in diversi licei. Abolite le intimità, è stato intimato. Ma l’imperativo è durato lo spazio di due-tre mattine, non di più. I liceali non ce l’hanno fatta a frenare gli impeti, i giochi di seduzione e i saluti calorosi. Tempo un settimana e i ragazzi hanno ricominciato a scambiarsi le effusioni, come se l’epidemia fosse una minaccia lontana da venire.

«Non si tratta di un provvedimento oscurantista e non ci saranno sanzioni disciplinari per i “disobbedienti” - sono le parole del preside del liceo Newton di Roma Mario Rusconi che è anche vice presidente dell’Associazione nazionale presidi -. Vogliamo solo far capire ai ragazzi che baci ed effusioni vanno evitati a scuola per questione di prevenzione». Ma, da settembre, della ”crociata antivirus“ non se ne è saputo più nulla. Le assenze per malattia hanno superato i buoni propositi.

Poi è arrivato Topo Gigio e il suo vademecum contro l’influenza. Al primo posto delle regole, per adulti e bambini, c’è il lavaggio delle mani. L’andare in bagno più e più volte al giorno per evitare che dalle dita l’infezione trovi spazio attraverso il naso e la bocca. Con tanto sapone, dicono gli esperti. Strofinare bene e contare almeno fino a cinque prima di risciacquare con acqua ben calda. Ovviamente anche a scuola.

Peccato che, proprio tra i banchi, manchino sapone e asciugamani di carta. Nello zaino, un gran numero di ragazzi, è costretto a portare da casa il detergente e i fazzoletti. Nel 61% degli istituti il sapone non c’è (perché non ci sono i soldi per comprarlo) nel 69% l’asciugamano usa e getta è un miraggio.