Draghi spiega perché la politica dei tagli alla spesa è sbagliata

Un anno di istruzione rende più dei bot

 ItaliaOggi, 10.11.2009

Serve un piano Marshall per la scuola per rilanciare le finanze dei cittadini, dello stato e del Sud. Lo dice Bankitalia che spiega come l'investimento in istruzione renda più dei bot e sostenga il risanamento dei conti pubblici. L'annuncio si riferisce ad uno studio di palazzo Koch sulla consistenza finanziaria dei ritorni economici dagli investimenti in istruzione. Un'uscita sensazionale soprattutto nella prospettiva di aprire, dopo la tornata delle politiche dei tagli come previsto dall'ultima Finanziaria, un nuovo corso di investimenti sulla scuola.

Rendimento ai privati

Si calcola che il rendimento ottenuto dagli investimenti istruzione si attesterà appena sotto la soglia del 9%, l'8,9%, quando per azioni e titoli obbligazionari il ritorno per è ora bassissimo. «L'istruzione», spiega l'istituto guidato da Mario Draghi, «è un investimento molto redditizio dal punto di vista individuale». Per un anno di istruzione il rendimento medio previsto è dell'8,9%, e varia tra l'8,4% e il 9,1% a seconda delle zone del paese, ma stavolta ad avvantaggiarsene sarebbe soprattutto il sud: studiare rende di più infatti, in termini di ritorno economico, al Sud (9%-9,1%) e per le donne (9,4%). Si tratta di cifre record se paragonate agli standard di rendimento abituali: nel periodo 1950-2000, ricorda lo studio di Bankitalia, la media annuale del rendimento reale lordo di un investimento azionario era del 5,2%, la media del rendimento dei titoli non azionari (dai Bot ai bond societari) dell'1,9% e quello del portafoglio di un investitore medio del 3,6%.

Rendimento per lo stato

Investire risorse pubbliche in istruzione rimpingua anche le casse dello stato. I ritorni calcolati si attestano intorno al 7% circa dell'investimento di denaro pubblico iniziale. Ma si tratta anche di un'operazione economica che funziona soprattutto in tempo di crisi, perché permette di aumentare gli incassi fiscali: il gettito fiscale che se ne ricava è pari al 3,9-4,8% dell'investimento. Questo senza contare i ritorni sul piano sociale. Si calcola che il ritorno economico dall'investimento in istruzione si attesterebbe al 7% come media nazionale e salirebbe fino all'8% al Sud. Questo spiega anche come l'investimento in istruzione rende anche di più di quello operato nelle infrastrutture, spiegano da Bankitalia. In altre parole soprattutto in periodi di recessione, più che parlare di strade e ponti, l'attenzione va spostata sulla scuola. I calcoli tengono conto dei risparmi ottenuti dall'assistenza sociale ai disoccupati. Ma va anche tenuto conto del maggior gettito fiscale determinato dall'investimento in istruzione, spiega Bankitalia: il vantaggio per le casse dello stato può essere infatti valutato tra il 3,9 e il 4,8%. Nel lungo periodo la maggior spesa pubblica necessaria a finanziare un aumento del livello di istruzione sarebbe più che compensata, specie al Sud, dall'aumento delle entrate fiscali, a parità di struttura di prelievo, e dai minori costi derivanti dall'aumento del tasso di occupazione