Indagine Istat
sull'istruzione superiore in Italia

Giulia Boffa da Orizzonte scuola, 16.11.2009

L’Istat ha pubblicato in data 12 novembre i dati relativi alla “Quarta indagine sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati” condotta nel 2007 intervistando i ragazzi che hanno conseguito il titolo nel 2004. La rilevazione fornisce per la prima volta stime rappresentative a livello regionale.

Ecco i dati. Nel 2007 il 64 per cento dei diplomati del 2004 ha intrapreso un percorso universitario. L’85,8 per cento di questi ha scelto una laurea triennale (nuovo ordinamento) mentre il 7,2 l’ha già conseguita.

I diplomati degli istituti professionali si orientano prevalentemente verso corsi appartenenti ai gruppi disciplinari politico-sociale (14,6 per cento), economico-statistico (13,9 per cento) e medico (10,5 per cento).

Quasi la metà degli iscritti all’università in possesso di un diploma tecnico intraprende un percorso universitario tra i corsi dei gruppi economico-statistico (20,7 per cento), ingegneria (15,7 per cento) e politico-sociale (11,5 per cento). I diplomati dei licei scelgono invece, tra i corsi di tipo giuridico (14,5 per cento), ingegneria (13,1 per cento), economico-statistico (11,0 per cento) e letterario (9,2 per cento). Tra i diplomati dell’istruzione magistrale preferiscono le aree di tipo umanistico-sociale (gruppo politico-sociale: 18,7 per cento e gruppo di insegnamento: 13,9 per cento) mentre i diplomati dell’istruzione artistica si orientano verso il gruppo letterario (32,3 per cento) e il gruppo di architettura (30,9 per cento).

Se il 36 per cento del totale dei diplomati non si è mai iscritto all’università, il 9,3 per cento, i giovani diplomati del 2004 che nei tre anni successivi al conseguimento del titolo si sono iscritti all’università e successivamente hanno abbandonato gli studi rappresentano il 14,6 per cento, con tassi di interruzioni quasi doppi dei maschi (19,5 per cento) rispetto alle femmine (11). Il 25 per cento dei diplomati del 2004 che nel 2007 studiano all’università svolge contemporaneamente un lavoro - dato in crescita di 4 punti sull’analoga rilevazione del 2001 – ma arriva al 30 per cento al nord e solo al 13,3 per cento in Calabria.

Il 12,4 per cento dei diplomati ha dichiarato di essersi iscritto ad un corso di formazione professionale e, di questi, più della metà vi ha partecipato per acquisire le competenze necessarie per trovare un lavoro (54,7 per cento). Nei tre anni successivi al diploma, il 74,7 per cento dei diplomati si è iscritto ad un solo corso di formazione professionale, mentre il restante 25,3 per cento ne ha frequentati almeno due. I corsi di formazione gestiti, organizzati o finanziati da enti pubblici, sono frequentati da oltre la metà dei diplomati iscritti a corsi di formazione professionale (56,7 per cento), mentre più di un terzo sceglie la formazione privata a totale carico del diplomato (35,5 per cento) e il 7,8 per cento ha svolto attività di formazione continua erogata dal datore di lavoro.

Il 25,3 per cento dei diplomati del 2004 ha superato brillantemente l’esame di Stato riportando una votazione pari o superiore ai 90 centesimi. Il 56 per cento, invece, ha conseguito il titolo con una votazione inferiore agli 80 centesimi e ancora nei licei la quota di coloro che si sono diplomati con i voti più alti è prossima al 36 per cento mentre scende al 16,5 per cento negli istituti professionali.

Riguardo alla regolarità del percorso di studi si evince che oltre il 73 per cento degli studenti consegue il diploma in età regolare o in anticipo (67,8 per cento e 5,7 per cento rispettivamente). Le percentuali più elevate di regolarità si registrano tra i diplomati dei licei (89,2 per cento) e degli istituti magistrali (83,3 per cento), tra le diplomate (che superano di quasi 15 punti le percentuali dei maschi), così come tra coloro che hanno ottenuto votazioni elevate all’esame di Stato (90-100 centesimi) La principale causa dei percorsi scolastici irregolari sono le bocciature,a volte anche ripetute. Gli studenti si dichiarano abbastanza soddisfatti delle strutture scolastiche al centro-nord (il 65%), al sud lo sono meno ,esempio il 44% della Sicilia,della Calabria e del Molise.

La scelta della scuola superiore è collegato al titolo di studio dei genitori, segno evidente che c’è una certa influenza dei due genitori sulle scelte del figlio: circa il 76 per cento dei diplomati che hanno il padre con il titolo di studio più basso (licenza elementare o nessun titolo) ha optato per una formazione più orientata verso il mondo del lavoro. Se il padre o la madre sono laureati, invece, circa tre diplomati su quattro intraprendono un corso di studi liceale (classico, scientifico, linguistico, socio-psico-pedagogico), compiendo una scelta più indirizzata verso gli studi universitari. Il livello d’istruzione dei genitori è decisivo anche nella scelta di proseguire gli studi: infatti esso è direttamente proporzionale alla percentuale di diplomati del 2004 che hanno intrapreso gli studi accademici..