UNIVERSITA'

Il 64% dei diplomati all'università
entro 3 anni dalla maturità

Indagine dell'Istat sui percorsi di studio e di lavoro

 La Stampa 13.11.2009

ROMA
Nel 2007, a tre anni dal conseguimento del titolo, il 64% dei diplomati del 2004 ha intrapreso un percorso universitario, in linea con quanto accadeva per i diplomati del 2001 intervistati nella precedente indagine (circa il 62%). È quanto emerge dalla quarta Indagine sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati realizzata dall’Istat.

Nella decisione di iscriversi all’università le motivazioni più importanti sono rappresentate dalla convinzione che un livello di istruzione accademico possa garantire migliori opportunità di lavoro (46,1%) e dall’interesse per lo studio di una specifica disciplina (37,8%). Se il 36% del totale dei diplomati non si è mai iscritto all’università, il 9,3% (14,6% di chi si è iscritto), pur avendo iniziato un percorso universitario lo ha poi interrotto nei tre anni successivi.

La percentuale più elevata di abbandoni universitari si registra tra i diplomati degli istituti tecnici, che interrompono nel 12,3% dei casi; rispetto al genere, i maschi più delle donne rinunciano a concludere il percorso universitario. I diplomati dei licei e dell’istruzione magistrale sono i più propensi a continuare gli studi in ambito accademico (si immatricolano rispettivamente nel 95,3 e nell’82,3% dei casi) mentre i diplomati degli istituti professionali presentano la quota più bassa di iscritti all’università.

A prescindere dalla formazione scolastica conclusa, le diplomate proseguono gli studi all’università in misura maggiore rispetto ai maschi (70% contro al 57,8%). A distanza di tre anni dal diploma, il 7,2% dei diplomati dichiara di aver già conseguito un titolo universitario, nella quasi totalità dei casi una laurea triennale (99,3%). Sono soprattutto le donne e coloro che hanno conseguito un diploma liceale ad aver concluso nei tempi previsti il primo livello di istruzione universitaria.

Il corso di laurea triennale è il tipo di corso universitario che raccoglie il maggior numero di iscrizioni (85,8%), seguito dai corsi di laurea a ciclo unico (11,4%). Residuale è, invece, la quota degli iscritti ai corsi universitari di vecchio ordinamento, ai master di primo livello e ai corsi che si svolgono presso università straniere in Italia o all’estero (2,8%). Le aree disciplinari che raccolgono le quote più consistenti di iscritti sono quelle economico-statistica, di ingegneria, politico-sociale e giuridica.

Il tipo di scuola secondaria superiore frequentato rappresenta un fattore determinante nella scelta del corso di laurea. I diplomati degli istituti professionali si orientano prevalentemente verso corsi appartenenti ai gruppi disciplinari politico-sociale (14,6%), economico-statistico (13,9%) e medico (10,5%). Quasi la metà degli iscritti all’università in possesso di un diploma tecnico intraprende un percorso universitario tra i corsi dei gruppi economico-statistico (20,7%), ingegneria (15,7%) e politico-sociale (11,5%).

I diplomati dei licei si distribuiscono, invece, tra i corsi afferenti ai gruppi disciplinari di tipo giuridico (14,5%), ingegneria (13,1%), economico-statistico (11%) e letterario (9,2%). Tra i diplomati dell’istruzione magistrale si evidenzia, infine, una preferenza per le aree di formazione di tipo umanistico-sociale (gruppo politico-sociale: 18,7% e gruppo di insegnamento: 13,9%) mentre tra i diplomati dell’istruzione artistica è netto l’orientamento verso il gruppo letterario (32,3%) e il gruppo di architettura (30,9%).

Nella scelta del percorso universitario esistono alcune differenze di genere: quasi la metà delle iscrizioni dei maschi si concentra nei gruppi disciplinari di ingegneria (22,4%), economico-statistico (16,3%) e giuridico (10,4%). Fra le diplomate, invece, le quote maggiori di iscrizioni riguardano i corsi dei gruppi politico-sociale (13%), giuridico (12%), economico statistico (11,6%), letterario (10,1%) e medico (9,4%).

In particolare i gruppi di corsi dove i maschi si iscrivono molto più delle femmine sono quello di ingegneria e quello scientifico (rispettivamente 82 e 75 maschi ogni 100 iscritti); la presenza femminile è, al contrario, nettamente superiore a quella maschile nei gruppi insegnamento (93,2%), linguistico (82,9%), psicologico (75,5%) e medico (71%).