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Gelmini e meritocrazia:
col suo CV, è credibile?

Marco Canepari Il Corriere della Sera, 1.11.2009

Caro Beppe,
Ho letto i tuoi giudizi sul ministro Gelmini e il commento piccato di un lettore e vorrei entrare in merito alla discussione. Ho vinto recentemente a 39 anni un concorso pubblico in Francia. Questo e’ il mio CV: diploma liceo scientifico statale 60/60, laurea in Fisica 110/110 lode, dottorato alla SISSA, 6 anni a Londra (MRC), un anno a Yale, 4 anni a Basilea e ora posto all’INSERM. 26 pubblicazioni in stampa e sono editor di un libro. Sono una mosca bianca?

Assolutamente no, sono uno dei tanti, sicuramente non tra gli scienziati di punta e non mi ritengo un genio. Infatti, se guardiamo alle statistiche pubblicate dall’INSERM, il profilo degli altri vincitori e’ molto simile al mio. Tutta gente che ha fatto grandissimi sacrifici ed esperienze e superato ostacoli. La mia ambizione non e’ quella di fare il ministro, voglio fare ricerca, ma ci sono altre persone (vedi Associazione Marie Curie) che con un CV simile vorrebbero contribuire a rinnovare universita’ e ricerca in Europa. E persone che sono arrivate da qualche parte solo attraverso i loro sacrifici sono un esempio per i piu’ giovani.

Ora veniamo alla Gelmini che parla di “meritocrazia”. Con il suo CV e’ credibile? Che esempio da’ ai giovani? Prendiamo due ragazze: una e’ la prima della classe, si laurea col massimo in corso, fa il dottorato e poi gira il mondo senza raccomandazioni distinguendosi ovunque per il suo lavoro. L’altra e’ bocciata, passa a fatica in una scuola privata, passa un concorso con un sotterfugio. Vi sembra normale che questa persona stia sulla poltrona che decide se la sua coetanea piu’ brava debba oppure no avere un posto a tempo indeterminato? Ma se (come la Gelmini giustamente dice) devono essere i migliori ad andare avanti, come mai lei e' ministro? Cordiali saluti,

Marco Canepari, p_artusi@virgilio.it