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Gelmini e meritocrazia: Marco Canepari Il Corriere della Sera, 1.11.2009
Caro Beppe, Assolutamente no, sono uno dei tanti, sicuramente non tra gli scienziati di punta e non mi ritengo un genio. Infatti, se guardiamo alle statistiche pubblicate dall’INSERM, il profilo degli altri vincitori e’ molto simile al mio. Tutta gente che ha fatto grandissimi sacrifici ed esperienze e superato ostacoli. La mia ambizione non e’ quella di fare il ministro, voglio fare ricerca, ma ci sono altre persone (vedi Associazione Marie Curie) che con un CV simile vorrebbero contribuire a rinnovare universita’ e ricerca in Europa. E persone che sono arrivate da qualche parte solo attraverso i loro sacrifici sono un esempio per i piu’ giovani.
Ora veniamo alla
Gelmini che parla di “meritocrazia”. Con il suo CV e’ credibile? Che
esempio da’ ai giovani? Prendiamo due ragazze: una e’ la prima della
classe, si laurea col massimo in corso, fa il dottorato e poi gira
il mondo senza raccomandazioni distinguendosi ovunque per il suo
lavoro. L’altra e’ bocciata, passa a fatica in una scuola privata,
passa un concorso con un sotterfugio. Vi sembra normale che questa
persona stia sulla poltrona che decide se la sua coetanea piu’ brava
debba oppure no avere un posto a tempo indeterminato? Ma se (come la
Gelmini giustamente dice) devono essere i migliori ad andare avanti,
come mai lei e' ministro? Cordiali saluti, |