SCUOLA

"Salva precari" diventa legge
Ecco cosa prevede

ASCA, 18.11.2009

(ASCA) - Roma, 18 nov - Confermando il testo approvato dalla Camera, per scongiurare il rischio di non conversione (il provvedimento scadeva martedi' prossimo 24 novembre), l'assemblea di Palazzo Madama ha convertito in legge il decreto sui precari della scuola. Nel corso della discussione e' stato anche votato un ordine del giorno con cui il governo si impegna a ''varare un piano pluriennale per la progressiva stabilizzazione del personale precario della scuola italiana entro l'approvazione del prossimo Dpef''. Il provvedimento approvato oggi, che diventa cosi' legge, stabilisce corsie preferenziali di accesso alle supplenze brevi per i precari esclusi dalle graduatorie a causa dei tagli previsti nella scuola e che nell'anno scolastico 2008-09 abbiano insegnato con contratti annuali. La platea di precari interessati alla legge e' di circa 18 mila insegnanti. Ma il provvedimento porta innovazioni anche in tema di graduatorie, di disabili, dei fondi per il merito in favore degli studenti.

PRECARI - Coloro che possono dimostrare un contratto annuale di supplenza nell'anno scolastico 2008-09, o che possono attestare 180 giorni lavorativi nello stesso periodo, potranno beneficiare di una corsia preferenziale per le supplenze brevi e per accordi con le Regioni per progetti tra 3 e 8 mesi.

GRADUATORIE - Le supplenze possono essere trasformare in rapporti di lavoro a tempo indeterminato nel caso di immissione in ruolo sulla base delle liste per punteggio. Gli elenchi dei precari vengono bloccati: fino al 2011 chi si spostera' dalla provincia di appartenenza, verra' inserito in coda agli elenchi di altre sedi.

DISABILI - Per limitare il fenomeno dei falsi disabili coloro i quali beneficiano della legge 104, che consente permessi speciali al lavoratore se e' disabile o se ha parenti stretti disabili, in caso di trasferimento dovra' sottoporre la propria documentazione ad un ulteriore controllo da parte di una Asl del comune in cui ci si trasferisce.

MERITO - Il decreto prevede anche fondi per il merito degli studenti e introduce razionalizzazioni di spesa, stabilendo tra l'altro che le risorse per progetti e per l'autonomia non utilizzate nell'ultimo triennio dagli istituti scolatici, devono ritornare alle casse dello Stato.