Cinque in condotta a chi occupa la scuola

Controffensiva dei presidi dei licei romani per contrastare l'ondata di occupazioni studentesche. La minaccia però non ferma i ragazzi. E dopo l'occupazione al Tasso, durata una settimana, del Manara, Avogadro, Virgilio e Morgagni si è aggiunta quella del Mamiani

di Viola Giannola, la Repubblica di Roma 19.11.2009

Cinque in condotta a chi occupa le scuole. È questa la contro-offensiva messa in campo dai presidi dei licei romani per combattere quello che chiamano «lo stanco rito delle occupazioni». Una mossa disciplinare a sorpresa che nasce da un appello per la scuola e la legalità promosso da Mario Rusconi, dirigente del Newton a capo dell’associazioni dei 400 presidi capitolini. «La legalità non è a fasi alternate, ma deve essere a 360 gradi – si legge nel documento - La scuola è un bene della comunità, siamo favorevoli alla crescita dei ragazzi, ma non all'inganno educativo degli studenti di poter sforare la legalità con le occupazioni degli istituti».

In ogni istituto, spiega Rusconi «è già prevista la sospensione per 15 giorni o più degli studenti che si impossessano degli istituti perché si interrompe un servizio pubblico e molto spesso si danneggiano le strutture con atti vandalici che non portano a nulla». Il provvedimento, in ogni caso, è a discrezione di ogni singolo Consiglio d’Istituto. Quanto al 5 in condotta, la decisione spetta invece ai professori riuniti nei Consigli di classe al momento degli scrutini. Ed è una sanzione pesante perché se confermata nell’ultimo trimestre può portare alla bocciatura.

La minaccia però non ferma l’ondata di proteste nei licei. E dopo l’occupazione al Tasso durata una settimana, quelle flash del Manara, del Cavour, del Virgilio e dell’Avogadro e i tentativi, poi falliti, di bloccare le lezioni sia al Morgagni che all’Anco Marzio di Ostia, si è aggiunto da stamattina il Mamiani.

Un’occupazione nell’aria già da tempo in viale delle Milizie e che però è scattata solo dopo l’ok dell’assemblea studentesca tenutasi in mattinata. «La riforma della scuola messa in campo dalla Gelmini vorrebbe rendere di fatto privati gli istituti tagliando i fondi pubblici che però garantiscono autonomia alle scuole» spiega Ludovica che aggiunge: «Il governo vorrebbe anche eliminare gli studenti dagli organi decisionali, mentre noi vogliamo essere protagonisti».

Il presidio ha però anche un coté tutto interno. «Abbiamo proposto al preside Guarino una riforma parziale del regolamento d’istituto – racconta Francesco – ma ancora non abbiamo avuto risposte. In fondo chiediamo solo l’apertura del cortile oltre la ricreazione, più spazi per assemblee e collettivi, maggiore potere deliberativo, l’istituzione di un organo di garanzia previsto dalla legge che vigili sulle sanzioni disciplinari e la promozione della raccolta differenziata». Anche la sicurezza è al centro del dibattito tra gli studenti. E per questo i licei romani si sono dati appuntamento lunedì 23 davanti al Ministero con megafoni, casse, striscioni e video da proiettare sui muri del Dicastero in viale Trastevere per ricordare Vito, il ragazzo morto a Torino lo scorso anno per il crollo del tetto della sua scuola