Crocifissi a scuola, Calderoli: il Giornale, 7.10.2009 Roma - «I crocifissi resteranno nelle aule». Silvio Berlusconi conferma che l’Italia non ha nessuna intenzione di sottomettersi alla sentenza della Corte dei diritti dell’uomo. Quella decisione non è «in alcun modo vincolante» e soprattutto «non è rispettosa della realtà, visto che l’Europa non può non dirsi cristiana». E Berlusconi ricorda pure che «ci sono otto paesi d’Europa che hanno la croce nella loro bandiera» e dunque si chiede se «dovrebbero cambiarla visto che ci sono stranieri che hanno preso la cittadinanza di quei paesi ed hanno altre fedi».
Ma anche se il Consiglio dei ministri, come promesso, ieri ha affidato
al titolare della Farnesina, Franco Frattini, l’incarico di curare
il ricorso del governo contro la sentenza europea, l’indignazione
suscitata dalla richiesta di togliere il simbolo della croce dalle
nostre scuole è tale da scatenare iniziative e manifestazioni in
tutto il paese. Una mobilitazione generale, promossa e sostenuta
anche da Il Giornale. «Nessuno potrà mai privarci dei nostri simboli, della nostra storia, della nostra identità», ammonisce il ministro per la Semplificazione legislativa Roberto Calderoli. «Rimuovere i crocifissi significherebbe rinunciare ad una parte della nostra cultura, della nostra tradizione, di quello che oggi siamo», insiste il ministro. Ma, aggiunge, «nessuno di noi intende fare questa rinuncia», quindi anche se il governo ha già presentato ricorso «la Lega Nord non starà a guardare e si attiverà fin da subito per dare al popolo la possibilità di pronunciarsi e dire l’ultima parola sull’opportunità o meno di privarci di un simbolo importante quale il crocifisso».
Dunque Calderoli annuncia che la Lega mobiliterà tutte le sue forze
«per dare il via ad una maxi raccolta di firme: portiamo in piazza i
nostri gazebo e i nostri banchetti, diamo la parola al popolo e
facciamo firmare tutti i cittadini per chiedere attraverso una
petizione popolare di lasciare i crocifissi sui muri delle nostre
scuole, dei nostri ospedali, dei nostri luoghi pubblici, dove sono
sempre stati». Il rischio che l’Italia possa essere costretta a rimuovere i crocifissi in seguito alla pronuncia della Corte per i diritti dell’uomo appare davvero assai remoto. Ne è convinto anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, per il quale le decisioni arrivate da Strasburgo sono destinate a fare la fine «delle grida manzoniane perché la sentenza difficilmente verrà applicata». |